Tempo di lettura: 3 minuti

Nel momento più buio. Nel Natale più atipico. La Disney Pixar entra nelle case degli appassionati e degli abbonati Disney Plus con un capolavoro visivo e commovente senza eguali, targato Pete Docter (sensibile autore del precedente ed acclamato Inside Out).
Un racconto di speranze ed opportunità, con la grande e frenetica New York che fa da sfondo alle vicende dell’appassionato professore di musica Joe Gardner. Un uomo che ha dedicato la propria grigia esistenza ad insegnare senza mai trovare un riscontro nei propri svogliati allievi. È mentre osserva le foto delle grandi icone del Jazz sul polveroso muro della sua aula che lo spettatore si rende attivamente conto della malinconia che permea l’esistenza del maestro.
Quando quella stessa mattina a Joe si presenta l’opportunità di mettere in mostra il proprio talento musicale in un’acclamata band jazz un inconveniente lo costringerà ad un viaggio catartico ed ultraterreno nell’Ante-Mondo. Ubicato in una dimensione visiva astratta ed affascinante, l’Ante-Mondo pullula di piccoli esseri blu “vaporosi” che per tratti distintivi, peculiarità e cromia ricordano i personaggi del’indimenticabile Inside Out, a cui sono correlati dalla pietra miliare che tesse le fila della narrazione: l’emozione.
Quella stessa che tradisce Joe e lo costringe a dover riconquistare l’accesso alla Terra ed a quella serata che aspetta da quando “la scintilla” del Jazz lo aveva colpito. Una scintilla che fin da giovanissimo lo aveva reso attivamente partecipe dell’arte più celebrata negli USA, oltre che baluardo culturale della fascia afroamericana della popolazione, che negli anni della segregazione proprio nella Louisiana ancora oggi ultra-conservatrice e fieramente repubblicana, eresse un manifesto di consapevolezza e speranza.
Nell’Ante-Mondo tra vicissitudini e peripezie, Joe conosce la piccola “Soul” chiamata 22, a cui è stato assegnato come guida per permetterle di accedere alla terra con un mosaico di passioni ed uno scopo ben preciso. Nell’Ante Mondo le anime ritagliano i tratti distintivi della personalità terrena dei futuri nascituri, ponendo questa dimensione come una profonda mediazione tra il regno della vita e quello della morte.
La reciproca diffidenza dei protagonisti sfocia in un viaggio tra astrazione e realtà determinante per la riscoperta ed autodeterminazione della natura di entrambi i personaggi, immaterialmente legati dall’insoddisfazione per la propria esistenza, caratterizzata da passioni che spesso sono tramutate in ossessioni, divenute catene vincolanti e ben rappresentate da giganteschi mostri ciclopici che vagano tristi intrappolando le anime perdute in un misterioso deserto dell’Ante-Mondo.
Altra protagonista indiscussa di Soul è senza ombra di dubbio la musica. La musica che accompagna lo spettatore fin dalla comparsa dell’iconico castello di Disneyland.
Dai primi sociologi e dalla tradizione della scuola di Francoforte la musica fu definita la prima tra le grandi forme d’arte, con la voce dell’uomo delle antiche tradizioni che fu il primo esempio di musica immateriale. Quella di Joe è un filo conduttore tra attitudine e passione. È un sentimento forte, diretto, tale da annullare ogni altra occupazione più remunerativa ma incapace di offrire emozioni e trascinare il protagonista nel turbinio e nella bolla di emozioni che solo quei tasti sul pianoforte sono in grado di suggerire.
Fare musica non significa solo suonare, fare Jazz per Joe significa creare.
Il surrealismo di Soul, la capacità di commuovere ed emozionare oltre che far riflettere sul tema delle passioni e della aspirazioni sono solo alcuni tra numerosi punti di forza di una pelicola che sale prepotentemente alla ribalta come papabile futura vincitrice della categoria Miglior Film di Animazione ai futuri premi Oscar.
Un capolavoro malinconico e che rende attivamente consapevoli di quanto, proprio in momenti difficili come quello che stiamo vivendo, siano le sfumature più normali del quotidiano ad essere tasselli indissolubilmente legati al mosaico della felicità.

-We only have a short time on this planet. You want to become the person that you were born to be. Don’t waste your time on all the junk of life. Spend your precious hours doing what will bring out the real you. The brilliant passionate you, that’s ready to contribute to something meaningful into this world”-

Alarico Lazzaro

Alarico Lazzaro

Alarico Lazzaro, classe 2001, studente di scienze politiche presso l’Università degli studi Aldo Moro di Bari. Scrittore ed autore di narrativa e saggistica. Ha all’attivo la pubblicazione del saggio classico “Il Lato oscuro del mondo greco” e della raccolta di storie “Sangue in Cambio di piume nere”. Ha numerose esperienze nel mondo della scrittura, dei blog e del giornalismo online (tra cui la “Fenice del Flacco” di cui è stato caporedattore ai tempi della sua rappresentanza d’istituto al liceo classico quinto Orazio Flacco di Bari, il blog “Il Controverso” ed “Emergo” , progetto che unisce tutte le redazioni più lette e conosciute della stampa liceale sul territorio nazionale). Collabora con LSD Magazine in cui cura rubriche di attualità, cultura, politica internazionale e cinema. Sogna un futuro nel mondo della diplomazia e delle relazioni internazionali