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"zing_ph"Mentre per le strade cittadine si respira un’atmosfera fresca e brulicante, il sole tramonta sul primo pomeriggio della VI edizione del Bif&st donando alla città di Bari colori, profumi e suoni diversi dall’usuale. La giornata volge al termine, ma non per gli appassionati del cinema o i semplici curiosi che, coinvolti da questa splendida atmosfera, si lasciano trascinare nella riscoperta della bellezza della settima arte, affollando le vie del centro in un piacevole peregrinare fra le strutture che accolgono la manifestazione cinefila. Splendida cornice anche quella offerta dal Teatro Margherita che ieri, alle h.18:00, ha ospitato un fuoriclasse della cinematografia italiana quale Luca Zingaretti, ad un paio d’ore dalla proiezione in anteprima al Teatro Petruzzelli di “Tempo instabile con probabili schiarite” (Italia, 2015) , il film di Marco Pontecorvo a cui ha preso parte. L’intenso interprete che ha dato un definito volto al commissario Montalbano del Camilleri, ha incontrato il pubblico condividendo con lui i passaggi fondamentali, tappa dopo tappa, della sua genesi da attore. “L’ultima volta che sono stato a Bari è stato nello sfortunato anno del Teatro Petruzzelli, sono felice del calore con cui sono stato accolto dai baresi perché mi fa sentire a casa”. A moderare la conversazione il Vicepresidente del Bif&st Enrico Magrelli. Si viaggia sui sentieri dei ricordi attraverso le parole di Zingaretti che ripercorre la sua carriera a partire da quando, da ragazzo, scoprì quello che è stato il suo primo grande amore: il calcio. “Da ragazzo vivevo in una borgata – afferma l’attore – i miei mi mandarono in oratorio e lì iniziai a giocare a calcio rimanendone folgorato. Il calcio mi ha insegnato tanto, come mettersi al servizio di una squadra. Le analogie col cinema sono tante, in realtà: il regista è un po’ come l’allenatore, poi c’è il bomber che vuole segnare a tutti i costi giocando anche in solitario come fa l’attore con manie di protagonismo, ma soprattutto c’è lo spirito di squadra che determina, in entrambi i casi, l’esito della partita. L’unica cosa che non ho imparato – conclude – è come una sconfitta possa non far male”. Zingaretti gestisce questo vis à vis con il pubblico presente con il fare disinvolto di chi è a suo completo agio. Cordiale con gli astanti, preferisce parlar loro facendo “il sacrificio” di restare anch’egli in piedi, come i tanti che non avevano trovato posto a sedere nell’affollato Margherita. Ribadisce quanto le coincidenze siano fondamentali ricordando la sua stessa esperienza e di come sia stato il caso a portarlo all’Accademia di recitazione a Roma: a spronarlo a tentare l’ingresso un suo amico. Su 600 candidati poco più di una dozzina di posti disponibili. Uno di quelli sarebbe stato occupato da Luca Zingaretti grazie, a quanto pare, all’interpretazione della canzone di Consolazione di “Aggiungi un posto a tavola”, carta vincente con cui convincere l’interesse dei selezionatori. Poi l’interruzione delle lezioni per via del servizio militare, dopo un solo mese, e il ritorno in Accademia che decretò l’inizio del suo secondo grande amore professionale: l’arte drammatica. Ricorda le batoste e le delusioni incontrate sulla sua strada parlando del suo passato con la serenità e il sorriso di chi ha poi fatto valere il suo talento agli occhi di quanti lo hanno osteggiato e su cui ha avuto la meglio. Il tono si fa commosso rievocando figure che, in un modo o in un altro, hanno lasciato un segno nella sua carriera quali Luca Ronconi, per lui un vero maestro di vita, e Padre Pino Puglisi, un modello "eroico" di cui interpretò il ruolo. A Magrelli che gli domanda come si prepari alle sue interpretazioni risponde: “Io non credo nell’immedesimazione perché ho una concezione piuttosto inglese del ruolo dell’attore, quella per cui “recitare” vuol dire “giocare”. Mi immagino più che altro la preparazione di un attore come quella di un sarto che si appresta a cucire un abito sulle fattezze del manichino che ha difronte”. La conversazione termina con riferimenti alle tappe più recentemente compiute, tra cui proprio la sua interpretazione nel lungometraggio di Pontecorvo: “sono molto legato a questo film perché mi ha permesso di conoscere una persona straordinaria come lo è Marco (Pontecorvo ndr). Il film è una fotografia dell’Italia di oggi stretta nella morsa della crisi. È la storia di un’amicizia, una commedia che ti manda a casa con una colata di dolcezza nel cuore. Ecco anche perché gli sono molto legato”, conclude Zingaretti.

Il filmTempo instabile con probabili schiarite (commedia – Italia, 2015 – regia Marco Pontecorvo): due amici, responsabili di una cooperativa che fabbrica divani, scoprono un giacimento di petrolio. Il ritrovamento dell’oro nero causerà l’innesco di una serie di reazioni a catena che porteranno alla luce i lati più celati di ogni personaggio.

 

Ph. Credits: Oronzo Lavermicocca.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.