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Uno straordinario Sergio Castellitto chiude la stagione di prosa del teatro Traetta di Bitonto

Giovedì 20 aprile, l’attore romano è andato in scena con “Zorro. Un eremita sul marciapiede”, di cui ha curato anche la regia.
Tratto dall’omonimo romanzo di Margaret Mazzantini, lo spettacolo mette in scena Zorro, un senzatetto che dal margine della società osserva il mondo dei cosiddetti “normali” e ne coglie ipocrisie e incongruenze. Come il fool del teatro shakespeariano, Zorro riesce a vedere ciò che gli altri non vedono e ha il coraggio di chi non ha nulla da perdere per dire la verità. E così nel suo monologo svela i lacci con cui le convenzioni sociali ci legano e determinano le scelte di vita. Destino o libero arbitrio? Con in mano il guinzaglio del suo cane invisibile, con cui Zorro si identifica tanto da prenderne il nome, il vagabondo racconta pezzi della sua vita ed evidenzia gli incontri e gli eventi che lo hanno portato a scegliere la strada. Parla di sé Zorro, ma anche di tutti noi, della società contemporanea, del senso della vita.
Un monologo di due ore, che fa sorridere e riflettere, una grande prova attoriale.

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Sergio Castellitto il 19 aprile al Nuovo Teatro Verdi di Brindisi con il suo “Zorro”

Sarà uno strepitoso Sergio Castellitto a chiudere la stagione di prosa del Nuovo Teatro Verdi di Brindisi, mercoledì 19 aprile con sipario alle ore 20.30, con “Zorro. Un eremita sul marciapiede” dal romanzo breve di Margaret Mazzantini. Biglietti disponibili in botteghino e online alla pagina rebrand.ly/Zorro. Info T. 0831 562 554 e botteghino@nuovoteatroverdi.com.

In scena l’attore e regista darà vita a uno Zorro lontano dall’ottocentesco eroe mascherato uscito dalla fantasia di Johnston McCulley. Sarà, infatti, un clochard che racconta la storia della sua vita e delle scelte che lo hanno portato a vivere sulla strada. Il dialogo interiore di un uomo ai margini della società, capace di vedere la realtà osservando la vita delle persone “normali”. Capace di rappresentare attraverso un “allegro filosofare” il “sale della vita”, la complessità e l’imprevedibilità dell’esistenza.

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