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"copertina4ISBN"Come si fa a descrivere la fragilità della mente umana, del corpo, dell’animo? Come si può narrare la fragilità della vita umana, il suo lento evolversi e il veloce spezzarsi? Come si può descrivere la fragilità del destino degli uomini?

È di questo che parla il nuovo libro, il terzo, di Elisabetta Sabato, dal titolo Vite fragili, edito da Edizioni Del Poggio. Una raccolta di vite, di sogni, di desideri di donne e uomini che vivono, sognano, desiderano con caparbietà e tenacia, esseri umani all’apparenza forti e determinati a superare l’ennesima prova, l’ennesimo ostacolo che il destino pone davanti sul cammino. Esseri umani con punti di forza e voragini di paure e timori, attenti a non caderci rovinosamente dentro al primo alito di vento.

Non è un romanzo rosa, non è una lettura facile quella di Vite fragili: non è un romanzetto da tenere sul comodino, di cui leggere un capitolo la sera, prima di andare a dormire e fantasticare su come continuerà, se la bionda di turno riuscirà a baciare il belloccio della porta accanto; è una storia complessa, fatta di molte sfaccettature e tante vite, delle sconfitte, delle perdite su cui l’essere umano tende a sorvolare per fingere di essere felice.

"IMG_6684_bn"Lo stile dell’autrice costringe il lettore a ritagliarsi quel piccolo angolo di solitudine, fatta di oscurità e silenzio, di schegge di vetro che riflettono la luce, che fingono di illuminare la fragilità umana ma senza mai rischiarare veramente il buio. Il tutto accompagnato dallo stile della narrazione, unico per tutto il libro, che alterna la velocità, con enormi salti e lente passeggiate sul filo del precipizio; ma basta attendere, limitarsi a continuare a leggere, a sfogliare le pagine per trovare quel piccolo angolo di luce, quella zona di penombra che ti obbliga a sorridere, ad esultare per le rivincite che i protagonisti, fin troppo simili a noi, riescono ad ottenere, facendo sperare il lettore con loro.

Parla di mancanze, di intoppi, del treno della vita che non si ferma alle stazioni giuste, che alle volte non rallenta neanche e si è costretti a prenderlo a volo. Parla del treno che, ad una curva, deraglia e che distrugge tutto quello che vi è intorno, tutto quello che è stato costruito – ma lì non ci sono solo vittime, ci sono anche i superstiti, magari con una gamba rotta, con il sangue che scorre ma che si alzano, trovano la forza dentro di sé e decidono che la vita, in fondo, deve sempre essere vissuta.

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Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.