Tempo di lettura: 6 minuti

"u’papun"L’uomo nero e’ tornato! A un anno dall’album d’esordio “Fiori Innocenti” e dal successo di “L’Appaparenza” con la partecipazione di Caparezza, nasce sotto l’egida di Puglia Sounds e prodotto da JustPlayMusic, “Cabron!”, la seconda fatica musicale degli U’Papun.

Definiti, non a caso, da Red Ronnie ‘il lato deviato della Puglia’, U’Papun e’ una band barese attiva sul territorio da qualche anno e nota, purtroppo, ai soliti addetti e pochi eletti. Alla musica unisce una spiccata attitudine alla teatralita’, grazie all’istrionismo del leader e vocalist Alfredo Colella, il quale, da vero animale da palcoscenico, intrattiene gli spettatori con una mimica e una presenza scenica decisamente sorprendenti, per un gruppo emergente. La naturalezza con cui riesce a interpretare le canzoni e’ quasi spiazzante. Il risultato? Uno show che sveglia le menti, senza paragoni. Quando il gruppo si esibisce e’ sempre uno spettacolo: niente luci ed effetti speciali, solo musica, teatro, recitazione, testi, mimica. Ogni esibizione e’ un concerto, una esplosione di bizzarria e di genialita’. Lo scherno, lo sberleffo, la dissacrazione, ma, soprattutto, la trasgressione si trasformano in pungente creativita’ e in musica. Un sound potente, miscela eclettica ed ingegnosa, dove convivono senza sgomitare, musica indipendente o ‘indie’, pop, rock progressivo, reggae/dub, punk e musica balcanica.

Sin dal titolo, “Cabron!”, si capisce che anche questa volta gli artisti non hanno voluto affatto autocensurarsi, dicendo chiaramente in musica cio’ che pensano della realta’ attuale, ma non solo. Perche’ “Cabron!” e’ un album ricco di contenuti, ma anche di nuove sonorita’. Tredici tracce per riflettere sulle contraddizioni del nostro tempo, spaziando con ironia e graffiante sincerita’, senza fare sconti a nessuno, rappresentando il tutto in musica e teatro, a cominciare da “Indiesposto”, un mix tra rock, elettronica e dub, una frustata di energia contro l’omologazione di massa. Un tema musicale che si ripete all’infinito per poi sfociare in un ritornello ‘tormentone’, una specie di rigurgito contro questo fare demente.

Non e’ da sottovalutare il fraseggio fra la band e l’orchestra d’archi curata dal maestro Leo Gadaleta. Il sound si impreziosisce di atmosfere barocche, il suono si gonfia senza diventare pomposo, l’aggettivo che si affaccia spesso durante l’ascolto e’ equilibrio. Non mancano ballate al vetriolo come “Terra Madre” e “Arte spicciola”, in cui spuntano tutta la loro capacita’ di soluzioni melodiche efficaci. Il sentito omaggio al nostro Giorgio Gaber, che molti anni fa aveva iniziato con altrettanta ferocia questa analisi della societa’ italiana, e’ un altro capitolo riuscito di questo lavoro.

Annunciato come un album tragicomico sospeso tra gli stereotipi di una societa’ al limite del surreale, “Cabron!” proietta la band in una dimensione piu’ consapevole e matura rispetto al lavoro d’esordio, creando il giusto equilibrio musicale e testuale tra la veste scanzonata e quella piu’ riflessiva. I presupposti per un disco riuscito ci sono. Tutti. L’uomo nero , possiamo dirlo forte, e’ tornato alla grande. Ed e’ sempre piu’ u’papun!

 "u’papun1"

A chiacchierare con noi di LSD Magazine, c’e’ lui, il leader degli “U’Papun”, Alfredo Colella.

 Perche’ U’Papun?

U’papun e’ l’uomo nero a Bari. E’ il personaggio che le mamme usavano per far spaventare i bambini che non volevano andare a letto. Ci siamo dati questo nome perche’ il nostro progetto e’ un po’ “cattivello”. Da’ di spiritello oscuro, dispettoso. Sia per le scelte teatrali che facciamo, perche’ sul palco usiamo una serie di colpi di scena e indossiamo abiti oscuri con maschere, sia per la vena folkloristica che ci contraddistingue musicalmente. Un sound che e’ un mix tra il rock e le sonorita’ popolari.

 Il secondo lavoro e’ sempre piu’ difficile, soprattutto se c’e’ stato un ottimo lavoro d’esordio. Dopo il successo di “Fiori Innocenti”, “Cabron!” diventa, dunque, per gli “U’Papun”, il banco di prova decisivo?

Senza dubbio. “Cabron!” e’ il disco che dovrebbe darci conferme. “Cabron!” e’ il risultato di un lavoro in studio. Se “Fiori Innocenti” raccoglieva una serie di canzoni del nostro primo periodo, brani collaudati dal vivo e conosciuti dal pubblico, messi tutti su CD in inedito con Caparezza che ha dato la sua partecipazione in “L’Appaparenza”, “Cabron!” e’ stato realizzato in studio, con tutti gli accorgimenti e l’attenzione ai dettagli che il lavoro in studio consente: il suono, o meglio, la corposita’ del suono, gli intrecci tra le voci e gli strumenti. Insomma, “Cabron!” e’ un disco di cui andiamo fieri e ci auguriamo ci dia le conferme che aspettiamo.

 Attraverso le storie raccontate nei diversi brani di “Cabron!”, si ha la sensazione di seguire un telegiornale. Si puo’ definire “Cabron!” un disco sociale, o meglio, un disco contro l’omologazione sociale e musicale?

Ascoltando, “Cabron!’, come dicevi bene, sembra di ascoltare notizie, ma anche luoghi comuni: l’omicidio passionale, l’abuso sui minori, la censura. Sicuramente e’ un disco che critica l’ultimo periodo che stiamo vivendo. Un momento non solo difficile da un punto di vista economico e politico, ma anche da un punto di vista sociale ed etico. E’ un disco provocatorio, il nostro. Le canzoni d’amore di questo album sono crude, non parlano di sentimenti idealizzati. In “Luna”, per esempio, si parla di delitto per amore. O in “Amore cialtrone” si canta la vita di coppia senza sentimento.

 Elio e le storie tese, Il Teatro degli Orrori, Caparezza, chi, tra questi, puo’ vantare la paternita’ artistica degli U’ Papun?

Sicuramente, in primis, Elio e le Storie Tese per il tipo di mentalita’ che c’e’ all’interno della band, nel senso che gli U’Papun sono vari individui con un background diverso. C’e’ chi ha studi di conservatorio, chi e’ un autodidatta. Elio e le Storie Tese sono i piu’ vicini a noi proprio perche’ hanno una formazione variegata. Certamente, per il sound, in questo disco ci siamo ispirati alla musica de Il Teatro degli Orrori, ma anche al sound di Caparezza e alla sua indole alla Frank Zappa. In realta’, abbiamo tratti in comune con tutti e tre questi artisti.

 E’ previsto un tour che porti “Cabron!” in giro per l’Italia?

Ci stiamo lavorando. Cominciamo con un concerto di presentazione a Bari il 24 maggio al Campus. Ci sara’ al Politecnico “La notte bianca” e noi presenteremo il disco dal vivo. Ci stiamo anche organizzando per partecipare a vari festival.

 La vostra musica e’ decisamente non commerciale. Ma gli U’Papun saliranno mai sul palco del Teatro Ariston di Sanremo?

(Dopo una sonora risata), Noi siamo aperti a tutto. Perche’, alla fine, chiunque fa musica ed entra nel mercato, necessariamente ci si sottopone alle leggi del mercato e tutto diventa ‘commerciale’ e commerciabile. A noi piacerebbe portare a Sanremo il nostro stile musicale, il nostro modo di intendere e di interpretare la musica. Non so, pero’, se verremo mai presi…

[wp_youtube]Hp9WQ_f0Rw8[/wp_youtube]

 

 

 

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.