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"DOMENICANOTTE"
Trovare oggi un argomento inedito è impossibile. Tutto (o quasi) è stato già  detto e filmato, perciò al cinema non resta che trattare i temi conosciuti in modo originale. E decisamente genuina è l’opera prima del giovane regista Giuseppe Marco Albano che, dal prossimo 20 febbraio, approda nelle sale italiane (e nel circuito di Distribuzione Indipendente) con una commedia surreale. "Una domenica notte" ruota tutta intorno a un personaggio, il quarantaseienne Antonio Colucci (Antonio Andrisani), regista della provincia  lucana alle prese con il sogno (fallimentare) di girare un film horror. La centralità del protagonista non toglie, comunque, spazio alla satira sulla vita di provincia e sulle difficoltà culturali cui un artista emergente può andare incontro. L’affresco che ne viene fuori è divertente, nella sua assoluta autenticità, ma anche tremendo perché dipinge una realtà provinciale in crisi,
in cui manca il lavoro e in cui non ci sono denaro né spazio per le aspirazioni  personali e la cultura. Infatti, sottolinea l’attore e sceneggiatore Andrisani, Antonio è destinato a scoprire che i veri mostri non sono gli zombie del suo ipotetico progetto, ma i vivi che lo circondano, gli abitanti del paesino in cui vive che rimangono esterrefatti davanti al suo sogno.

La provincia viene fuori con forza attraverso la fotografia di Francesco Di  Pierro che, a tratti un po’ retrò, è profondamente rispettosa (conferma il regista) dei colori della Basilicata. Realistiche sono, anche, le scenografie e le ambientazioni che mostrano quel microcosmo senza abbellimenti cinematografici. Il carattere più vivo del paese emerge, comunque, dai provini delle persone del posto che, a detta del cast, durante le riprese hanno chiesto di fare le audizioni e che Albano alterna sapientemente alla storia del
protagonista. Girate in bianco e nero, le scene che regalano allo spettatore  momenti assai spassosi e, nello stesso tempo, assolutamente sinceri, hanno quasi un retrogusto documentaristico e nascondono echi pasoliniani che si vanno ad aggiungere ai richiami a Fellini, Tarantino e Sergio Leone, disseminati nella pellicola. A questa concretezza si contrappone la dimensione visionaria dei sogni e degli spezzoni del film horror che, insieme alle musiche elettroniche di Populous e Brunori Sas, contribuisce a creare un effetto
straniante.

"Una domenica notte" è la storia di una disfatta, il ritratto di un uomo che,  a causa dei propri limiti, non riesce a essere un buon marito e padre, il racconto di un sogno andato in frantumi e di un film a basso costo impossibile da realizzare. La pellicola, però, non ha nulla di autobiografico (e lo ribadisce anche Andrisani). Giuseppe Marco Albano, infatti, il suo lungometraggio è riuscito a realizzarlo e ha esordito alla grande. Sarà in  parte grazie alla produzione permissiva che ha avuto alle spalle o a un cast decisamente prestigioso per un’opera prima indipendente, ma il giovane regista ha saputo sfruttare la sua occasione e ha dato forma a una pellicola singolare e decisamente da vedere.
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Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.