Tempo di lettura: 2 minuti

"Olimpiadi
«God save the Queen» e la Gran Bretagna dalle Olimpiadi. Metro bloccata, bandiere sbagliate, atleti scomparsi dal Villaggio, la saga della maledizione di TutanCameron sulla squadra britannica, biglietti introvabili e poltrone vuote. È l’altra faccia delle Olimpiadi di Londra, quella delle gaffes e della insospettabile inefficienza inglese che strappa però un sorriso. Durante i Giochi si perdona tutto e, poi, c’è la tregua olimpica.

Diciassette giorni di sport, festa e qualche incidente, sfiorando quello diplomatico. Come quando le calciatrici nordcoreane hanno ritardato l’ingresso in campo di un’ora perchè gli organizzatori avevano issato allo stadio la bandiera sbagliata: quella della Corea del Sud, Paese con cui formalmente sono ancora in guerra.

Che le cose non fossero iniziate nel migliore dei modi lo si era capito dall’inizio. L’allerta terrorismo era alta da mesi, ma gli organizzatori avevano assicurato che tutto era sotto controllo. Poi, a pochi giorni dalla cerimonia d’apertura, si è scoperto che la Ms6, la società responsabile della sicurezza ai Giochi, aveva assunto 4mila persone in meno e barato sui «rigidissimi» criteri di selezione. Uno scandalo che ha spinto il governo a richiamare un contingente militare dall’Afghanistan: 3500 soldati che all’occorrenza hanno anche riempito le poltrone vuote negli stadi. E sì, perchè a differenza del tutto esaurito ostentato dagli organizzatori, nelle strutture olimpiche le assenze di spettatori sono state evidenti. In realtà, tutte nei posti prenotati dagli sponsor e non utilizzati. I ‘buchì sono stati però coperti dalla regia tv. Non altrettanto attenta il giorno della cerimonia d’apertura: al passaggio dell’Italia, ha continuato ad inquadrare un gruppo di dirigenti italiani con famiglia al posto del presidente Giorgio Napolitano che era lì a pochi metri.

Nessuna notizia ancora, invece, del gruppo di atleti camerunensi scomparsì dal Villaggio olimpico. Hanno partecipato alle gare e poi hanno fatto perdere le loro tracce. I media inglesi li stanno ancora cercando. Storia simile a quella di Phillips Idowu, beniamino inglese e superfavorito nel triplo. Per due settimane è stato irrintracciabile. Il giorno prima della gara ha confermato la sua presenza tramite un sms: quando è rientrato in pista però ha deluso le attese ed è uscito subito.

Male è andata anche al cubano Lazaro Borges nel salto con l’asta. Anche lui era uno dei favoriti della sua spacialità ma mentre stava saltando l’asta gli si è spezzata in tre pezzi. Protagonista involontaria per meriti non sportivi è stata la pur brava Eliska Klucinova. Impegnata nell’eptathlon, l’atleta ceca si è cambiata la biancheria a bordo campo con la copertura di un piccolo asciugamani. Era convinta di non essere vista, peccato che le telecamere della regia stessero trasmettendo le immagini in mondovisione.

Ma la vera catastrofe è stata quella dei trasporti. Linee della metro inceppate, ingorghi chilometrici per entrare in centro. Il massimo si è raggiunto quando nove persone sono rimaste intrappolate per un’ora in un ascensore del centro stampa internazionale. Senza citare la nuova teleferica, dove una cabina con un gruppo di persone a bordo è rimasta bloccata per aria. Più divertente è l’avventura del sindaco Boris Johnson, sospeso a 20 metri d’altezza su una funivia con una tenuta particolare: imbragato come un salame, con un caschetto di sicurezza in testa e due bandierine inglesi in mano.

Trovandosi in Gran Bretagna, verrebbe da dire: affidiamoci alla Regina. Senonchè ai Giochi gli atleti di Sua Maestà non hanno quasi mai cantato l’inno nazionale perchè – si è scoperto – non conoscono ‘God Save the Queen’.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.