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"cousins"Mark Cousins è un genio. Quest’ uomo ha concepito e realizzato ciò che di meglio si potesse regalare agli appassionati di cinema e ai neofiti della Settima Arte: un documentario che ripercorresse tutta la storia del cinema in tutto il mondo, dal 1895 ad oggi.
15 capitoli per una durata totale di circa 900 minuti, un’ opera completa gigantesca, un’enciclopedia audiovisiva con migliaia di clip tratte da film fantastici e un’ ottima competenza tecnica nel raccontarli. Ma, allo stesso tempo, con una semplicità disarmante, proprio per dare possibilità a tutti di capire e studiare la storia del cinema in ogni sfaccettatura usando migliaia di esempi.
Certo, i pignoli sono sempre capaci di dire “non ha citato quel film nell’esplicare quel movimento culturale” oppure “io avrei messo un altro film per spiegare quella cosa” oppure “eh, ma manca quel regista”…il problema è che la storia del cinema non può essere catalogata in compartimenti stagni dove ci siano teorie, esempi e citazioni uguali per tutti e che accontentino tutti senza eccezioni. Altrimenti sarebbe un’ orribile omologazione del pensiero, non più un’ arte.
L’irlandese Mark Cousins ha iniziato quest’opera nel 2001 scrivendo un articolo per “The Independent” in cui segnalava il bisogno di un compendio audiovisivo per la storia del cinema.
Poi ha girato il mondo, fermandosi molto tempo in Medio Oriente.
Al suo ritorno a casa ha trovato una lettera in cui gli si chiedeva di scrivere di suo pugno ciò che aveva proposto in quell’articolo: si è messo a scrivere per undici mesi senza sosta e ha pubblicato il libro l’anno dopo.
Nel 2005 invece il suo produttore John Archer gli ha proposto di girare un documentario sul contenuto di quel libro e così Cousins ha fatto: ma non in modo usuale.
Ha ricominciato a girare il mondo, armato di una videocamera, un microfono, passione e tantissimo coraggio, ricostruendo la favolosa vita del cinema pezzo per pezzo, nazione per nazione, continente per continente. E riuscendo ad incontrare e intervistare decine e decine di grandi personaggi.
Si è stupito anche lui del montaggio finale superiore alle 15 ore, pensando non fosse adatto a nessun tipo di mass media, trovandolo lunghissimo e magari non di fruizione globale, ma dedicato solo ad una nicchia di pubblico appartenente al settore.
Invece quel lavoro durato circa sette anni avrà il successo che merita, anzi, lo ha già adesso, visto che tantissime sale cinematografiche in tutto il mondo lo proietteranno sul grande schermo creando due giornate di cultura cinematografica uniche e per tutti.
Io ho visto in anteprima il capitolo 5 “1939-1952 La devastazione della guerra e un nuovo linguaggio filmico” e il capitolo 9 “1967-1979 Il nuovo cinema americano”.
Nella versione italiana la calda voce di Mario Cordova (famoso doppiatore di Richard Gere) narra con le parole di Cousins la nascita del neorealismo e i capolavori del cinema italiano di quegli anni, pone lo sguardo critico sulla vita negli Stati Uniti e nelle altre nazioni del mondo separate tra vincitori e vinti e fornisce clip esemplari davvero bellissime.
Poi nell’altro capitolo da me visionato, Cousins va ad affrontare i problemi morali della generazione di giovani registi e sceneggiatori che improvvisamente si trovano opposti alle Majors e contro il tradizionalismo cinematografico americano: saranno poi i vari Scorsese, Coppola, Lynch, Polanski.
Loro segneranno la nascita di un nuovo tipo di cinema, che sarà protagonista e influenzerà i 40 anni a venire, con opere che oggi sono al centro degli studi di qualsiasi appassionato, insegnante o critico e con i loro dialoghi hanno influenzato anche la lingua e la cultura post moderna.
Non vedo l’ora di vedere tutti gli altri capitoli, visto che tanti predecessori dei “Movie Brats” (I “ragazzacci del cinema”, così come venivano soprannominati i registi sovracitati) hanno segnato solchi indelebili nel cinema e che questa è proprio la particolarità di ogni inizio e fine di un capitolo di questo documentario: chi “dà il via” ad un movimento culturale nuovo e le conseguenze sociali che tutto ciò porterà. Buone o cattive, sta a noi giudicarle.
In pratica Mark Cousins ha riscritto in modo più divulgativo e semplice “Storia del Cinema e dei Film” degli autori Bordwell e Thompson, due volumi che nella mia (e chissà di quanti altri) vita di appassionato stanno alla base della mia conoscenza filmica. Però poi ne ha girato un documentario, senza tagliare o tralasciare niente.
E’ come se qualcuno girasse un documentario su “La storia dell’arte” di Ernst Gombrich e la offrisse al mondo grazie alle immagini, ad un racconto e alla magia del grande schermo che, per la prima volta, potrebbe riempirsi delle più belle opere d’arte create dall’ uomo.
Anzi, questa mi sembra decisamente un buona idea, vediamo quale regista la coglierà.
Siamo nel 2012 e c’è tanto bisogno di cultura.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.