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THE DOORS – LO SPIRITO DI UN’EPOCA E L’EREDITA’ DI JIM MORRISON (ARCANA, PP. 240, 22,00 EURO) di JOHN DENSMORE è il racconto di come lo spirito dei Doors degli anni ’70 sia arrivato ad oggi, attraverso le parole di Eddie Vedder, Tom Waits, Tom Petty e molti altri. Ma anche la storia delle diatribe sull’eredità economica con tutti i suoi protagonisti, dagli accordi presi negli anni ’70 ad oggi con il processo e la vittoria di John Densmore. Ed è proprio il batterista dei Doors dal 1965 al 1971 l’autore del libro pubblicato da Arcana.

Sul finire degli anni Sessanta, la musica dei Doors non si limitò a fare da sfondo all’America in rivolta, ma fece da megafono a un’epocale rivoluzione politica e culturale, dando voce alle speranze e agli ideali di un’intera generazione. Dentro un garage di Venice, in California, i quattro membri della band strinsero un patto senza precedenti: i diritti d’autore sarebbero stati divisi sempre in parti uguali e ciascuno avrebbe avuto identico potere di veto sulle decisioni. Tutti per uno, uno per tutti. E per quasi quarant’anni, anche dopo la morte del cantante Jim Morrison, tutte le scelte dei compagni della band furono guidate da quella ferrea etica progressista. Finchè un giorno lo spirito del rock’n’roll non si scontrò con la sua nemesi suprema: il denaro.

E così il rapporto leggendariamente egualitario tra i restanti membri dei Doors cominciò a sgretolarsi. In The Doors, John Densmore, che della band fu batterista dal principio alla fine, racconta la verità sul processo che ha trascinato l’eredità di Jim Morrison in tribunale e ha diviso la band in due fazioni: il tastierista Ray Manzarek (scomparso da poco) e il chitarrista Robby Krieger da una parte, lo stesso Densmore e la famiglia di Morrison dall’altra. Fu proprio Densmore a citare in tribunale i suoi due ex soci, dopo che questi avevano "venduto" una canzone dei Doors per una pubblicità televisiva e avevano formato una nuova band chiamata The Doors (scritto in grande) of the 21st Century (scritto in piccolo) con Stewart Copeland dei Police alla batteria e Ian Astbury dei Cult alla voce.

Il racconto di Densmore non è ovviamente un mero esercizio di cronaca giudiziaria. Piuttosto è un’amara riflessione su quanto è andato perso dell’utopia di pace & amore degli anni Sessanta e su come sia facile rompere delle amicizie quando le regole del gioco vengono imposte dal denaro. La fierezza e la tenacia di Densmore – che ha poi vinto la causa – dimostrano però che lottare per i propri ideali serve ancora a qualcosa: in questo caso, a difendere e conservare la propria integrità morale e l’eredità artistica di Morrison, una delle figure più imponenti della controcultura dell’ultimo mezzo secolo.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.