Tag: prof. pietro polieri

il 25 marzo convegno a Roma su “Il conflitto israelo-palestinese. Scenari di guerra, orizzonti di pace?”

Il prossimo 25 marzo dalle 9 alle ore 13.30, presso la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani, Sede della Presidenza del Senato della Repubblica Italiana, a Roma, si terrà il Convegno dal titolo Il conflitto israelo-palestinese. Scenari di guerra, orizzonti di pace?,  organizzato su iniziativa del Sen. Dario Damiani e diretto scientificamente dal Dott. Ph.D. Pietro Polieri (UniBa). 

Introdurranno i lavori: il Senatore Dario Damiani (FI-BP-PPE); l’Ambasciatore Luigi Maccotta, Capo Delegazione Italiana presso l’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) e Vice Presidente dell’Associazione Culturale ‘Pace in Medioriente’:prof

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‘Sotto sorveglianza. Vivere in libertà vigilata’ il 24 novembre Pietro Polieri presenta il libro alla Feltrinelli di Bari

Il giorno venerdì 24 novembre 2023, alle ore 18.00, presso la Libreria laFeltrinelli di Bari è programmata la Presentazione del libro/saggio del Prof. Pietro Polieri, docente a contratto di Antropologia filosofica presso l’Università del Salento e di Bioetica e filosofia morale presso l’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’, dal titolo: ‘Sotto sorveglianza. Vivere in libertà vigilata’, (Marietti1820, Bologna 2023, 152 pp.).

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Intelligenza Artificiale e società: l’esigenza di un discorso etico-critico

L’Intelligenza Artificiale (IA) non è una proiezione tecnologica futura: è un fatto tangibile attuale, che non può e non deve sfuggire a un’analisi etica rigorosa complessa, ma allo stesso tempo concreta e flessibile. Sono numerosi, ormai, gli studiosi che si siano dedicati a realizzare disamine e osservazioni puntuali e acute su tale questione, meritevoli delle più ampie lodi scientifiche e degli apprezzamenti della maggioranza degli esperti del campo.

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Tecno-disoccupazione: il presente/futuro del non-lavoro?

Con questo articolo inizia la collaborazione del Prof. Pietro Polieri dell’Università degli Studi di Bari con il nostro magazine. Si aggiunge un nuovo tassello al nostro grande puzzle e alla nostra idea di comunicazione.

La pandemia da Covid-19 ha pienamente mostrato come a livello globale sia possibile, praticabile e, per certi versi, anche paradossalmente accettata/accettabile, l’esperienza dell’implosione della dimensione del lavoro. Una serie di misure eccezionali quali chiusure, lockdown, quarantene e distanziamento sociale hanno ‘giustificato’ provvedimenti di sospensione delle attività lavorative e produttive, pubbliche e specialmente private, al solo prezzo di esigue forme di risarcimento o pseudo-sostegno ai soggetti su cui esse hanno negativamente insistito e inciso, senza che questo, soprattutto nel privato,  comportasse – in modo sostanziale e organizzato, se non in qualche sparuto caso – la reazione di quanti ne fossero stati colpiti. L’economia globale, a preponderante, si direbbe quasi esclusiva, impronta turbo-capitalistica, in pratica ha sperimentato per circa due anni un’intensificazione e un’accelerazione di strutturali processi di progressiva precarizzazione e di incipiente dis-integrazione del lavoro, e di conseguenza ha subìto uno stress pressorio grazie al quale ha potuto verificare il proprio grado di tolleranza delle trasformazioni in senso contrattivo, così da anticipare, per ragioni diverse da quelle di una sua automazione parziale o completa, lo scenario futuro di un mondo con meno lavoro o – come preconizzato da qualche studioso o analista – del tutto senza lavoro.

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