“Il volto della vita” di Giorgio Gavina: un’intricata rete di inganni e violenze

Non sono nel letto di casa. Neon al soffitto, muri verdi e bianchi, tubi e cavi mi avvolgono e mi penetrano. Sento giungere la voce del Cinghia, per vederlo sono costretto a ruotare il capo di centottanta gradi, da sinistra a destra e da destra a sinistra, facendo attenzione a non comprimere il costato. Con la mano mi sfioro il viso, sento le bende, non vedo la mano.

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