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"br"Il direttore responsabile della rivista telematica “La scuola possibile”, Manuela Rosci, ha intervistato Barbara Riccardi, la MasterProf italiana tra i 50 finalisti al Global Teacher Prize 2016Premio “Nobel” per l’Insegnamento. La finale del “Nobel” si terrà in marzo a Dubai, al vincitore andranno un milione di dollari.

 

Come ti è venuto in mente di candidarti?

L’iniziativa avviata dai ragazzi dell’Istituto "Galilei – Costa" di Lecce capitanati dal prof. Daniele Manni aveva già catturato la mia attenzione lo scorso anno. Il prof. Manni è proprio il Manni che alla 1° edizione del Global Teacher Prize si è qualificato, insieme all’altra italiana Daniela Boscolo, tra i 50 finalisti. Dopo aver sentito e letto le loro interviste e presa consapevolezza di poter mettere a disposizione di altri docenti le mie esperienze nel corso della mia carriera personale e professionale, e avendo chiare le mie capacità creative, il mio primo step è stato quello di raccontare la mia storia, chi sono e come faccio scuola, iscrivendomi al loro sito "Master Prof". Penso che proprio da "qui" sia partita la mia candidatura e per questo non finirò mai di ringraziare e molto di più. E’ stata"br4" l’occasione per "incontrare" sulla piattaforma del prof. Manni altri docenti che, come lui e come noi de "La Scuola Possibile", sono fucine di didattica innovativa, ugualmente affrontano la nostra professione con spirito autoimprenditoriale creativo. "Master Prof" è un luogo web dove poter valorizzare la professione docente, sia dell’essere che del fare, un’opportunità da cogliere al volo per riprenderci la giusta posizione nel mondo, come persone che praticano un lavoro tra i più belli ed importanti, dall’alto valore sociale ed umano, in quanto tutto quello che riusciamo a "passare" di qualità, andrà ad incidere sulla formazione di quelli che saranno gli adulti di domani, sui quali poter contare per migliorare il nostro sistema di vita attuale, nel rispetto della diversità, dell’inclusione e nella valorizzazione delle differenze ad ogni livello.

Sono certa condividerai che questa tua improvvisa notorietà (non perché tu già non lo fossi, ma non così, vero?) offre una occasione in più per confermare la tipologia del docente chiamato oggi a fare scuola, quel docente ‘possibile’ che cerchiamo ormai da anni di raccontare con la nostra rivista. Ti andrebbe di provare a descriverti/descrivere cosa fai o dovrebbe fare il docente oggi in classe? Come potrebbe affrontare meglio il suo lavoro?

E’ sempre molto imbarazzante parlare di me, non mi piace comparire, anche perché dietro ogni successo, ogni azione, c’è un lavoro di team, di sinergie e di condivisione che, anche in questo caso, è stato possibile realizzare con i miei colleghi. Il mio passepartout è insegnare giocando, pensando a me da bambina e da alunna, e come evitare di annoiare me e loro, per questo invento modi e modalità per approcciare la didattica in modo creativo, ricercando "formule magiche" che siano accattivanti per attrarre la loro attenzione verso "br2"l’apprendimento, un lavoro di ricerca e sperimentazione continua. Porto le cose che mi appassionano dentro scuola, il vissuto reale a disposizione dei ragazzi che possono brevettarsi e brevettare a loro volta forme adeguate al loro modo di apprendere. Tutti noi docenti possibili – quelli che pensano "Si può fare"- dovremmo mantenere sempre alto il fuoco vivo della voglia di imparare, la forza di proseguire il cammino di aggiornamento personale e professionale per stare al passo con i tempi e non rimanere arretrati rispetto ai ragazzi che oggi poi sono multitasking e sono molto più smart nell’apprendere attraverso linguaggi più multimediali e tecnologici, con linguaggi riconosciuti da sempre universali ed inclusivi. Ritengo comunque la formazione la chiave per la crescita a tutti i livelli, il sistema per rimanere giovani didatticamente parlando.

E’ possibile che questa improvvisa salita alla ribalta possa costarti qualche saluto in meno da parte di colleghi o amici che potrebbero pensare ‘che cosa ha lei più di me?’ Certamente questo non ti sarà capitato, ma cosa ti sentiresti di dire in proposito?

Da molto tempo, e sempre più prepotentemente, nutro l’interesse ed il desiderio di poter creare un movimento culturale fatto di tutte quelle persone che in ogni campo e ad ogni livello, sono speciali perché animatrici e rianimatrici del virus della possibilità nel quotidiano nostro fare ed essere. La mia palese capacità di tessere relazioni e creare giochi di reti di scambio mi ha permesso di osare, di provare a vedere cosa accade se con tutta me stessa investivo per realizzare questa audace manovra di compattamento e unione, per poter essere in tanti – perché sappiamo bene che siamo in tanti – e iniziare così a dare voce alle cose belle che si fanno nelle nostre scuole, per rispondere alle lagne e lagnanze in"br6" modo chiaro e deciso. La mia nomination è la risposta che le cose possono accadere, ci credo da sempre, come credo nell’arte dell’incontro, che nulla avviene per caso e credo che la forza del pensiero positivo possa davvero produrre il materializzarsi di ciò che è stato pensato con desiderio, un desiderio prorompente. Come quando vuoi trovare parcheggio, lo pensi così forte che poi avviene, a me capitata proprio così. E’ un allenamento costante quello di vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, perché è più semplice cadere nella botola della lagnanza, dove è difficile trovare soluzioni, dove è tutto complicato da attuare, ma giorno dopo giorno la forza e la costanza diventano alleate dell’essere positivo e propositivo, e poi viene tutto naturale, divenendo uno stato di vita. Un po’ è successo con questo concorso, tutti voi della redazione conoscete bene la mia intenzione di far emergere non le mie, non le vostre, ma le nostre competenze e diffonderle agli altri attraverso corsi di formazione mirati per creare un franchising nel mondo di scuole possibili. Come in tutte le cose, ci sono le belle e le cattive situazioni che ne derivano, la mia risposta al pensiero "Perché proprio a te?" che viene a chi si ferma solo all’apparenza è: non ho nulla di più o di meno rispetto agli altri docenti, forse solo la voglia di far emergere e di valorizzare quel che faccio e in cui credo per stile e modalità, e andare oltre le quattro pareti dalla mia aula, aprire le finestre e far entrare aria nuova e pura, osando nel puntare lo sguardo su nuove ed ammiccanti opportunità. Vorrei che con me e "br5"attraverso questa mia candidatura uscissero dall’oscurità tutte le persone che come me sollecitano e realizzano proposte di crescita fantastiche e ‘bilaterali’, per piccoli e grandi parallelamente. E aggiungo: ma voi avete provato a candidarvi? Ecco, dal mio successo si può trarne la forza giusta e il giusto esempio per spronare a provare e tentare per il prossimo anno; di questo ne sono sicura, molti seguiranno questa onda perché sono testimone del fatto che può accadere a tutti, perché sono una persona comune come tante altre, una che si può incontrare tranquillamente al bar la mattina o che fa la spesa sotto casa. Importante è credere che può accadere e prendere consapevolezza di quanto si vale e quanto vale il nostro sistema di fare scuola e palesarlo al mondo. Al mancato saluto di alcuni tra colleghi e conoscenti, penso che forse sarà il tempo a mettere rimedio, che aiuterà sia me che gli altri a metabolizzare meglio. L’idea che questa non è solo la mia vittoria, ma rappresenta l’occasione, fornita dal Global Teacher Prize, di una vittoria unitaria, di tutti noi del mondo della scuola e non solo, di tutti noi italiani che finalmente siamo orgogliosi del valore della nostra nazione che si adopera nel fare formazione di qualità a tutti i livelli, che si occupa di educare con passione e nel modo migliore, il migliore e perfettibile di cui vantarsi: andiamo avanti, la storia insegna!!

Tu sei l’emblema dell’insegnante che non lavora solo in classe ma intesse rapporti con il territorio e con l’esterno, anche con l’estero. Anche nel lavoro di redazione della rivista e nella nostra Associazione Sysform il tuo apporto vulcanico ha permesso di intraprendere iniziative molto interessanti. Perché non parli del tuo essere insegnante a tutto tondo?

Gioco, tecnologia e ricerca, esempio il "TGScuola", strumento che aiuta i ragazzi a sperimentarsi e sperimentare le proprie capacità e poi essere in grado di metterle a frutto di tutto il gruppo classe, per uno studio orientato ad una crescita a tutto campo. Si impara divertendosi. Questo è il primo indicatore: se i bambini vengono a scuola felici, allora il successo didattico/formativo è possibile. Il TGScuola è composto da tutti, dal"br3" microfonista, dal regista, dal giornalista, dall’inviato speciale, ognuno nel rispetto del proprio ruolo e di cosa gli piace fare per contribuire al successo di gruppo inclusivo del "programma". I risultati li vedo oggi: i miei ragazzi dello scorso ciclo hanno ottimi risultati nella scuola media per prontezza e dimestichezza in tutte le materie, abili nello studiare con disinvoltura attraverso anche l’utilizzo dei mezzi informatici, audaci, con in mano la capacità di valutare/valutarsi e intraprendere autonomamente percorsi diversi a seconda delle situazioni. Altro valore aggiunto, la capacità di infondere in loro una capacità di pensieri aperti, logici e creativi, stimolando all’ironia che per me rappresenta una delle forme di intelligenza tra le più evolute per rapidità di soluzione nel riconoscere le sfumature logiche di frasi e contenuti per dare risposte. Renderli autonomi, consapevoli e critici nei confronti di sistemi e letture e sicuri di loro nell’affrontare il nuovo nelle situazioni in divenire, come può essere appunto un progetto in gemellaggio con un altro paese, dove il confronto è costruttivo, nel passaggio delle buone pratiche per percorsi di crescita che sostengono i ragazzi nel sapersela cavare in ogni situazione. Questo è quello che reputo una didattica arricchente, positiva e reattiva, fatta di continua ricerca e sperimentazione nell’adottare sistemi di apprendimento efficaci, per essere efficienti nel raggiungere ognuno i propri obiettivi di vita. Investire nella cultura e nella formazione, è investire nel futuro in una forma più ampia per uno sviluppo sociale e del capitale umano, per realizzare comunità europee sempre più allargate ed inclusive dove ognuno può dare il proprio contributo.

Per ultimo, anche se tutti ti hanno già fatto questa domanda, non puoi negarci le tue vere intenzioni ‘imprenditoriali’: se dovessi vincere, cosa farai, come investirai il tuo tesoro?

"br7"Sorprendere la mia mamma portandola in vacanza, è tanto merito suo se sono così; eliminare gli incubi di pagamenti e scadenza; la priorità di appagamento puro è quello di creare degli ambienti no esclusivi ma inclusivi, dei luoghi e delle scuole possibili di incontro culturale dove poter mettere in campo abilità e competenze a tutti i livelli nel mondo attraverso il motto "Si può fare". Organizzare dei corsi di formazione ad hoc per ogni situazione ed interventi mirati a realizzare se stessi nel proprio habitat educativo. Dove poter lavorare attraverso la progettualità per far crescere ed accrescere spiriti creativi e solari. La mia vittoria per una giusta visione di me, di noi docenti, della nostra scuola e della nostra Italia battagliera, che non si arrende ma con forza e determinazione produce risultati, i migliori, anche se ora messi in ombra da tutte le brutture di cui si parla quotidianamente, solo di queste. Il Global Teacher Prize è proprio questo, la rivincita della "Grande Bellezza" dell’Italia. Volere è potere, mi diceva sempre la mia maestra. Con noi possibili nel mondo, il mondo sarebbe sicuramente migliore!

 

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.