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"Cornovaglia"
C’è un filo conduttore che sembra accomunare i mille percorsi turistici nella Bassa Bretagna, terra di verdi foreste, di terreni coltivati con ordine, di coste frastagliate e sempre diverse, ora rocciose ora dominate dalle alte dune e dal gioco capriccioso della marea, ed è la pietra.
Che sia il granito delle scogliere, che circondano le insenature dove vivono le loro sofferte passioni surfisti e velisti, o dei “Calvari” cristiani, spersi nella campagna o in riva al mare; lo scisto rosso dei sentieri e dei villaggi della Foresta di BroceliandeQUÊTE”, la ricerca di pietre millenarie.
Come tra QUIBERON e LOCMARIAQUER, sulla Cote Sauvage: qui menhir e monoliti –sparsi in tutta la regione- si raccolgono a migliaia, in una architettura <fuori misura>: gli allineamenti di CARNAC e il complesso megalitico di Locmariaquer, risalenti a 6000 anni fa, parlano di una società gerarchica, dove architetti, che conoscono la resistenza dei blocchi di pietra granitica, sostenuti dal prestigio della casta sacerdotale, danno vita a capolavori della tecnica: il grande menhir brisé, un blocco di granito più alto di 20 metri (il più grande della preistoria occidentale) ora a terra, spezzato in 4 frammenti; o il dolmen della Table des marchands, decorato e scolpito nelle sue pareti interne.
Simboli in pietra a due passi dall’oceano e dalle sue coste ricamate in mille fiordi dal lavorio del vento e delle acque: i fiumi, e l’oceano, con il grandioso moto della marea.
"Cornovaglia"Capita così di seguire l’audace volo e lo sforzo dei surfisti sulle onde della marea crescente a ST. JEAN DE TRONOEN, o di vivere la loro ricerca dell’onda durante la bassa marea, con la tavola sotto il braccio, fianco a fianco con i cercatori di ostriche e palourdes tra LE PÔ e LOCMARIAQUER.
E di imbattersi – a poca distanza dal mare (come a TRONOEN), sul mare “roccioso” di ST. GUENOLE’, o nelle campagne all’interno- nei simboli di una religiosità popolare e ingenua, ma capillarmente radicata nei secoli. Possono essere menhir “christianisés” o pietre, intagliate a croce o scolpite, agli angoli delle strade; oppure i CALVARI, un paziente lavoro nella pietra per <raccontare> i testi sacri, la vita di Cristo per immagini, con al centro la Passione e il Calvario.
“Fumetti”, raccontati in verticale: non sono imponenti come i calvari del nord della regione, ma sono tra i più antichi, risalgono al primo Rinascimento. A Notre Dame de Tronoen, sulle dune di St.JEAN, il racconto si snoda dall’Annunciazione alla Crocefissione. A UGUEHENNO il Calvario si staglia tra la chiesa e il cimitero: articolato, con figure realistiche (il ladrone malvagio è sovrastato dal diavolo), ha le guardie a difesa del sepolcro e –costante degli artisti scalpellini- la Veronica in primo piano. A NIZON, vicino a PONT AVEN, un piccolo calvario con tre figure femminili ai piedi della Croce ha ispirato GAUGUIN per il suo “Cristo Verde” del 1889.

BROCELIANDE è un luogo magico: il regno della pietra rossa –lo scisto- e della foresta dove si incrociano leggende e fatti miracolosi, a partire dal tempo dei Druidi celti, affascinati dalle bolle in superficie della Sorgente di Barenton, ai racconti popolari bretoni. Ma sono soprattutto le leggende del ciclo arturiano ad ammaliare fino ai giorni nostri migliaia di persone: la missione di Merlino per il suo Re, l’incontro d’amore tra Merlino e Viviane, Lancillotto, Morgana … mille intrecci e tracce di queste favole, che legano il mondo britannico e quello bretone attraverso i romanzi di Chretien de Troyes e degli altri cantori.
Oggi la foresta mantiene un suo fascino nell’intrico ombroso del suo accesso da PLÈLAN LE GRAND. Per il resto il mondo moderno tende a cancellare le magie di fiabe e riti: incendi (devastante quello del 1999), coltivazioni, asfalto e megaparcheggi per un turismo un po’ rumoroso hanno rotto l’incantesimo. Merlino difficilmente è ancora prigioniero dei novi cerchi nell’aria tracciati dalla bella Viviane: grandi sentieri in scisto rosso portano guide vocianti e turisti –alla fine un po’delusi- alla sua tomba (due lastroni di scisto e un vecchio agrifoglio), o alla fontaine de jouvence, poco lontano; oppure alla sorgente di Barenton,luogo dell’incontro tra Merlino e Viviane, e agli altri luoghi, più o meno accessibili, tutti un po’ privi dell’aura della magia e della sacralità.
"Cornovaglia"Non resta che rassegnarsi al mega parcheggio e dirigersi, in fila ordinata, alla “Valle senza ritorno” (presso il villaggio di Tréhorenteuc), custodita dall’”Albero d’oro”, creato da François Davin dopo l’incendio del 199 per rappresentare, in mezzo ai tronchi bruciati, la foresta che rinasce. Dall’Albero allo “Specchio delle fate” il percorso penetra nel dominio della Fata Morgana artefice di questo vallone come punizione per gli amanti infedeli, riscattati, così vuole la leggenda, da Lancillotto, già prigioniero del suo amore assoluto per la Regina Ginevra.

Ma altre pietre possono accompagnare il viaggiatore curioso a seguire percorsi inusuali, altri viaggi in terra di Bretagna: le pietre dei mulini a marea, pietre di castelli a manieri … e altre fatiche, come la passione e la sofferenza dei marinai che rientrano alla sera nei riparati porti con i pescherecci (come a GUILVENEC e LESCONIL, noti in tutto il mondo per le loro démoiselles, le langoustines pregiatissime) paghi della loro fatica, carichi del pescato e appagati dal vedere il loro lavoro apprezzato in tutto il mondo e, attraverso lavorazioni raffinate, vivere conservato per le tavole gourmandes delle occasioni speciali.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.