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"monaPer la comunità scientifica la notizia non è ancora ufficiale ma molte agenzie di stampa gridano, con entusiasmo al ritrovamento del secolo. Pare, infatti, che nei giorni scorsi sia stato ritrovato lo scheletro di Lisa Gherardini, più nota come Monna Lisa. Leonardo da Vinci rese celeberrimo il suo sorriso proponendolo nell’enigmatico ritratto conservato al Louvre di Parigi e che da lei prende il nome. Gli scavi per ritrovare i resti della donna erano iniziati alla fine del mese di aprile tra molte polemiche, non ultime quelle dei suoi discendenti che chiedevano che dovunque fosse sepolta potesse riposare in pace. Vari erano stati i progetti a favore dell’impresa alcuni dei quali erano iniziati con la riscoperta artistica dei decenni immediatamente successivi all’Unità d’Italia e quest’anno nel 150° dell’Unità, hanno visto il compimento con un grande scavo guidato da Giorgio Gruppioni, docente di archeologia presso l’Università di Bologna e coordinatore delle ricerche. Luogo dello scavo è il chiostro del convento di S. Orsola a Firenze, in cui tradizione orale e documenti d’archivio collocano la sepoltura avvenuta nel luglio 1542. Il ritrovamento consiste, al momento, in uno scheletro con cranio e bacino schiacciati dal peso del terreno. Altri pezzi del cranio e del bacino devono essere recuperati prima che gli archeologi ne stabiliscano il sesso in modo definitivo. Una volta individuate tutte le parti del cranio, la squadra di studio e ricerca dell’università di Bologna tenterà di ricreare un possibile volto della donna, confrontandolo con il dipinto leonardesco al fine di svelare il mistero secolare che circonda l’identità della Gioconda. I ricercatori metteranno a confronto il DNA con quello di due dei suoi figli sepolti nella chiesa della Santissima Annunziata di Firenze, per avere maggiori certezze. In ogni caso molti esperti ritengono che il ritratto elaborato dal da Vinci non sia un classico esempio di fedele riproduzione fisiognomica, bensì un insieme di volti di donne fiorentine della stessa epoca. Una curiosità importante sul capolavoro di Leonardo da Vinci conservato a Parigi è che questo non fu trafugato come molti credono durante le campagne di Napoleone Bonaparte in Italia, ma regolarmente venduto a Francesco I re di Francia, in cambio dell’ospitalità a corte, dallo stesso artista, nel 1516 per la somma di 4.000 ducati d’oro, cifra assai considerevole per i tempi. I Francesi ne tennero grande cura durante tutti i conflitti che videro colpita la loro capitale nascondendo l’opera di volta in volta in siti segreti come facente parte dei tesori di Stato.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.