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"L’occhio
Dal processo per favoreggiamento a Cosa Nostra, finito con l’assoluzione, al trasferimento al reparto del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri, all’attività a favore di ragazzi e donne in difficoltà: la storia del capitano dei Ros che nel 1993 catturò Totò Riina torna in tv con ‘Ultimo – L’occhio del falco, quarto capitolo della saga interpretata da Raoul Bova che domani e martedì 8 gennaio apre la stagione di fiction di Canale 5.

Con la regia di Michele Soavi e una colonna sonora firmata da Ennio Morricone, la miniserie evento, prodotta da Pietro Valsecchi per Taodue, racconta proprio l’ultima fase dell’attività di Sergio De Caprio, nome in codice Ultimo, oggi colonnello del Noe. «Abbiamo cercato di raccontare la storia vera di un uomo – spiega Soavi, che ha già diretto le due precedenti serie – prima portato in auge da un evento storico come l’arresto di Riina, poi in qualche modo infangato da un processo che ha vissuto come un’enorme ingiustizia e che lo ha reso quasi inerme, poi passato a lottare contro l’ecomafia, con la stessa spinta e lo stesso entusiasmo di sempre. Ci siamo sforzati di coniugare gli eventi processuali, che fanno da cornice alla fiction e che abbiamo riportato in modo fedele, con la vicenda di isolamento e di riscatto del protagonista».

Un personaggio che ha in qualche modo segnato la vita di Bova e dello stesso regista: «In questi anni siamo diventati amici», sottolinea Soavi, che ha girato la fiction anche nella casa famiglia voluta da Ultimo al Parco della Mistica a Roma, dove si pratica la pet therapy ai bambini difficili con i rapaci. «Il titolo, L’occhio del falco, è un omaggio a Giovanni Falcone, ma anche un riferimento a un falco vero, che nella storia viene trovato da un bambino».

«Questo film – dice lo stesso colonnello Ultimo – parla della lotta alla mafia fatta da gente semplice, come sono i nostri carabinieri, sulla strada. Spero che i ragazzi lo vedano e capiscano il vero valore delle istituzioni e della giustizia».

Con ‘Ultimo – L’occhio del falcò la Taodue porta avanti il suo racconto della realtà, che da venerdì 11 gennaio vedrà in campo su Canale 5 anche un’altra serie molto attesa, Il clan dei camorristi, con Stefano Accorsi magistrato. «Abbiamo fatto della tv civile il nostro cavallo di battaglia raccontando tante storie, dalla Uno Bianca a Soffiantini – commenta soddisfatto Valsecchi – e sono molto contento del fatto che anche la Rai sia venuta su questo terreno e Sky guardi con attenzione alle nostre produzioni. Siamo contenti di aver creato un ‘modello Taoduè, ben venga la concorrenza».

Dopo tanti successi (per citare solo i precedenti capitoli di Ultimo, la media di ascolto va dagli 8,3 e i 9 milioni di spettatori, sempre sopra il 30% di share), al produttore piacerebbe ora «raccontare di nuovo la storia del giudice Borsellino, alla luce degli ultimi sviluppi, ma anche approfondire la trattativa tra Stato e mafia: siamo al lavoro con Claudio Fava, Giovanni Bianconi, Attilio Bolzoni, ma si tratta un argomento molto complesso, ogni giorno si aggiunge un nuovo tassello».

Intanto il settore fiction deve fare i conti con la crisi di budget e investimenti: «E’ ora di ritoccare i compensi di registi e star e di alzare piuttosto i cachet minimi degli attori. Solo distribuendo meglio le nostre risorse – conclude il produttore, talent scout di Checco Zalone e dei Soliti Idioti – potremo continuare a raccontare il paese e insieme far emergere i giovani bravi, scovando il nuovo Troisi, il nuovo Benigni».

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.