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"LaFino al 30 novembre sarà visitabile la mostra La farmacia nella terra di Federico II, allestita nella gipsoteca del castello normanno-svevo di Bari. L’esposizione è curata da Saverio Pansini e Roberta Lupoli, e promossa dall’Ordine dei Farmacisti di Bari e da Federfarma Bari, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività culturali e la Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici per le province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia.
“E’ straordinario” scrivono Luigi d’Ambrosio Lettieri, presidente dell’Ordine dei Farmacisti e Arnaldo Tempesta, presidente di Federfarma Bari, nell’introduzione alla mostra, “come attraverso la ricostruzione storico-scenografica delle farmacie sia possibile percorrere la storia di un Paese, di un popolo, di una terra…quella meridionale in tutte le sue sfaccettature culturali, religiose, artistiche, filosofiche, antropologiche, sociali”. Ma, soggiungono, il patrimonio culturale di cui la farmacia è simbolo va conosciuto ancor prima che protetto.
Un importante contributo in questo senso va riconosciuto a Roberta Lupoli, farmacista “figlia d’arte” come lei stessa si definisce, e a Saverio Pansini, docente di Museologia all’Università di Bari. La Lupoli, nel suo saggio introduttivo al catalogo, fa riferimento a un contratto risalente al 1696, presente fra gli atti conservati nell’archivio della Basilica di S. Nicola. Il documento è una delle prime testimonianze dell’esistenza di spezierie a Bari e testimonia l’acquisto di una di esse da parte di Agostino Ceccarelli, uno dei primi farmacisti della città e fornitore di medicinali all’ospedale del Sacro Monte di Pietà. La spezieria, acquistata per 230 ducati, conteneva “cose aromatiche, droghe, vasi…vetri,cristallo…mortari di bronzo, sciroppi, gioie et altre robe” oggetto di questa mostra “necessarie per reggimento di detta spezieria…”. Arredi del tempo, albarelli in ceramica, (ai quali Pansini ha dedicato uno studio specifico all’interno del catalogo), antiche tariffe, mortai, ricettari, bilance, pesi, mescole, nonché la collezione di tutte le edizioni della Farmacopea, sono raccolti in un’unica sala, in un’esposizione piccola ma esauriente che giunge fino alla prima metà del Novecento.
L’albarello o vaso da farmacia, è il contenitore per eccellenza, e nel periodo della fioritura delle farmacie, a partire dalla scoperta delle Americhe, con la conseguente importazione di piante nuove e nuove sostanze, si assiste allo straordinario sviluppo della ceramica da farmacia, la quale in Puglia ha i suoi maggiori centri di produzione a Grottaglie e Laterza.
A forma cilindrica, più stretta nella parte mediana, mono o biansato e originariamente privo di coperchio, l’albarello recava un’ etichetta sul davanti, che riportava simboli alchemici, stemmi nobiliari o di ordini religiosi, cifre, marchi di fabbrica, talora la firma del ceramista (in questa mostra ce n’è un unico esempio). Ma il vaso più grande all’interno di una farmacia, era il “vaso da teriaca”, sorta di panacea dell’epoca, detto anche “Mitridato”, dotato di quattro anse, di solito decorato con medaglioni e motivi vegetali, mentre il comune albarello recava paesaggi, animali o soggetti di vario tipo.
Mentre le ceramiche, attraverso i secoli hanno attirato l’attenzione dei collezionisti, la rimanente strumentazione è giunta fino a noi grazie all’amorevole cura di famiglie di farmacisti che se la sono tramandata attraverso le generazioni.
La mostra accompagna il 60° Convegno di Storia della Farmacia, e si avvale del prestito di collezioni private.

LA FARMACIA NELLA TERRA DI FEDERICO II
Castello normanno-svevo, Bari
13-30 novembre 2010
Orari : tutti i giorni dalle 8:30 alle 19:30
tranne il mercoledì

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.