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"amodeo"Viviamo nella società del cibo. Gustato, pensato, fotografato, descritto, il cibo, e tutto il mondo che gli ruota attorno, è una moda che regna incontrastata e il successo di format come MasterChef, replicato dagli U.S.A alla Cina, ne è espressione evidente. Ogni anno migliaia di concorrenti affidano al talent della cucina il loro sogno di diventare chef. Giunto alla quarta edizione, anche in Italia MasterChef continua a tenere incollati allo schermo quasi due milioni di spettatori a puntata, curiosi di sapere chi fra i sette concorrenti rimasti in gara conquisterà il titolo. Dopo il barese Almo Bibolotti, arrivato lo scorso anno in finale, anche per questa edizione la Puglia è stata degnamente rappresentata grazie alla partecipazione di Silvana Amodeo, la trentatreenne casalinga di Bitonto che ha tenuto duro fino alla dodicesima puntata, conquistando con la sua simpatia e la sua cucina i temibili giudici. L’abbiamo incontrata per farci raccontare questa esperienza.

Quando hai deciso di candidarti come concorrente a MasterChef?

Seguo MasterChef fin dalla prima edizione. Il primo anno mio figlio aveva sette mesi, il secondo anno è arrivato il mio secondo figlio, il terzo anno è stato un anno sabbatico… alla quarta edizione ho detto : “Questo è il mio anno, devo andarci!”.

E come hai fatto a sbaragliare la concorrenza e ad arrivare fra i selezionati di questa edizione?

Durante i casting non so cosa sia stato a farmi selezionare, avevo preparato un piatto freddo, un’insalata con riso venere e mango. Sono arrivata fra i primi cento che dovevano cucinare davanti ai tre giudici. Là credo che a farmi emergere sia stata la semplicità. I miei piatti sono semplici ma decisi nei gusti, hanno quelle sfumature che caratterizzano la mia persona. Sono una persona dalle radici solide ma simpatica, passionale. Credo che sia venuto fuori questo.

Dove hai imparato a cucinare?

Sono un autodidatta al cento per cento. Immagina che fino a poco tempo fa non avevo neanche un libro di cucina. Ho imparato sperimentando, facendo accostamenti di sapori secondo la mia fantasia. Ho vissuto con mia nonna e con lei ho imparato ad amare la cucina tradizionale, prima di tutto ho imparato perché amo mangiare, poi mi sono cimentata con la preparazione.

Come è stato il rapporto con i giudici e qual è stato il tuo preferito?

Il rapporto con i tre giudici era quello fra allievo e maestri, qualsiasi cosa veniva da loro la prendevo con il cuore e con forte emozione, perché sono tre professionisti eccezionali e io non sono ancora nessuno in questo campo. Tutti e tre sono stati fantastici, ho accettato sempre i loro giudizi come un’occasione per crescere. Il mio obiettivo era sempre arrivare a colpire il gusto di Cracco, non perché fosse il mio giudice preferito, ma perché volevo avvicinarmi al suo stile, alla sua capacità di tirare fuori la creatività dalla tradizione. Se devo dire chi ho più nel cuore scelgo Barbieri, perché gli emiliani, come noi pugliesi, sono persone di grande anima, legate alle proprie radici. Bastianich invece è un imprenditore… inarrivabile!

E invece con gli altri concorrenti? Si sono create amicizie?

Io ho sempre cercato di rispettare tutti e sono stata leale. I rapporti di amicizia più belli sono nati con Nicolò, Federica e Maria. Mi sono risentita solo con chi, nelle esterne, non mi ha dato la possibilità di preparare un piatto completo. Mi sono state affidate sempre preparazioni ma non sono mai riuscita a esprimermi con un piatto. Qualcuno faceva il primo della classe ma in realtà siamo tutti concorrenti, ognuno ha un suo stile ma siamo tutti allo stesso livello.

Chi merita di vincere questa edizione secondo te?

Io voglio fermamente che sia Nicolò a vincere, per l’età e la passione sfrenata che dimostra per la cucina. Tanta creatività e tanto talento in una persona di vent’anni mi colpiscono molto. Lo guardavo all’opera e mi chiedevo: “Ma io cosa facevo alla sua età?”. Merita di diventare il quarto MasterChef Italia.

Ora continuerai a cucinare? Quali sono i tuoi progetti?

Continuerò, per ora, a cucinare per la famiglia e per gli amici. Sto seguendo dei corsi per apprendere ancora nuove tecniche. C’è un progetto a cui tengo molto e che vorrei realizzare, ma per scaramanzia non ne voglio parlare.

MasterChef ti ha cambiato un po’ la vita? 

MasterChef mi ha lasciato una grande carica dentro, una spinta a voler fare sempre di più. Del resto Cracco mi ha definita con tutte le carte in regola per continuare in questa professione e  questo mi ha dato una bella dose di autostima. Ora dipende tutto da me. Io ci credo fermamente.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.