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"thumbnail_CheA sei anni, Baby Jane Hudson era una bravissima attrice. Una volta cresciuta, Jane non è più la bimba prodigio di un tempo, nella sua esaltazione Jane rivive gli anni della sua infanzia, indossa gli abiti di quand’era bambina e, tramite un annuncio economico, ricerca un pianista che l’accompagni mentre danza.

La sorella Blanche ha invece raggiunto le alte vette della popolarità nel campo cinematografico. Jane tenta di emulare la sorella, ma i suoi film sono scadenti. Al culmine della carriera Blanche resta paralizzata per un incidente d’auto. Jane e Blanche vivono sole ed il loro rapporto acquisisce livelli patologici e folli fino a giungere alla morte violenta…

Il film è tutto da vedere, capolavoro di Robert Aldrich, grande regista americano, che dilata al massimo il suo stile: rigoroso, isterico, sintetico e in questo caso gotico. Aldrich, nella sua filmografia ha raccontato la follia e la frustrazione in maniera davvero eccellente, adoperando virtù tecniche e narrative del tutto originali.

Questa è una storia incentrata sul desiderio patologico di successo che accomuna entrambe le protagoniste che, da carnefici diventano vittime e viceversa, solo Bette Davis e Joan Crawford avrebbero potuto interpretare questi personaggi, anche perché si sono odiate realmente nella vita: nel cinema di Robert Aldrich, finzione e realtà si mescolano in un delirio dove realtà e verità coincidono.

È triste morire senza aver visto “Che fine ha fatto Baby Jane”!

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.