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"de""In pochi avrebbero scommesso che avrebbe avuto successo: infatti per girarlo ci hanno dato 47 dollari e una borsa di birilli", scherza Ryan Reynolds, ma neppure troppo visto che per portare Deadpool in vita ha dovuto aspettare oltre un decennio e quando lo ha fatto lo ha fatto con un budget molto ridotto, tra i cinquanta e i sessanta milioni di dollari, davvero poca roba per un film d’azione con supereroi e CGI. Ciò nonostante Deadpool ha riscosso un successo straordinario, sbancando i botteghini di tutto il mondo e vendendo biglietti per poco meno di ottocento milioni di dollari; un successo che è destinato a continuare sia per il lancio del Dvd, sia che per quello del sequel, che è stato da poco annunciato.

Sarà perché al panel di presentazione ci sono le Salt-N-Pepa la cui canzone Shoop fa da colonna sonora alle gesta del eroe in maschera meno eroico e più anticonvenzionale di tutto l’universo dei fumetti – e non solo quelli della Marvel – o sarà perché finalmente ha vinto una sua battaglia personale, ma Ryan Reynolds è particolarmente scoppiettante anche se tra una battuta e l’altra ricorda le difficoltà nel realizzare un progetto cui teneva molto ma che non trovava nessuno disposto a produrlo: "Per me è una questione di cuore che va avanti da undici anni. Come avere una relazione burrascosa, arrivi all’altare, ti lasci all’altare, poi arrivi di nuovo all’altare, ma ti lasci di nuovo. Una di quelle storie un po’ frustranti, ma alla fine siamo arrivati all’altare e ci siamo sposati". Visto il successo"de2" planetario del film, sembra incredibile che in tempi in cui nei cinema ci sono supereroi di tutti i tipi, anche sconosciuti, Deadpool non abbia trovato spazio in precedenza e che solo grazie alla forza dei fan sia stato finalmente realizzato: "Ringrazio Dio per Internet e per i fan. Sono stati loro a spingere e spingere e spingere per vedere Deadpool sullo schermo e solo grazie a loro gli studios si sono decisi. Dio benedica anche loro, gli studios, anche se all’inizio non lo avevano capito e non ci hanno creduto. I fan invece gli hanno fatto sapere che se avessimo fatto questo film in modo autentico e rispettando il personaggio sarebbero corsi nelle sale".

Un budget ridotto porta anche vantaggi, tra cui maggiore libertà artistica: "Ci avessero dato duecento milioni di dollari il film lo avrebbero voluto fare loro, invece abbiamo potuto fare il film che volevamo noi, senza cedere di un centimetro e senza compromessi. Deadpool non è come tutti gli altri, non vuole salvare il mondo, non ha una zia che lo aspetta a casa, non è uno sfigato che diventa un eroe e non è decisamente un buono tradizionale. Fortunatamente il pubblico lo ha capito e ci ha premiato". Ma se lo aspettava un successo così? "Assolutamente no, sapevo che era una buona idea e che avevamo fatto qualcosa di unico, ma è andato oltre ogni aspettativa. E’ anche un periodo buono per i supereroi perché culturalmente la gente sente il bisogno di crederci e tecnologicamente "de3"abbiamo raggiunto un livello che ci permette di renderli credibili". A film di successo non può che seguire un sequel, ma Ryan non si sbottona e ci scherza sopra: "Un sequel? Certo, se ce lo faranno fare magari propongo una cosa tipo io che lotto contro le Salt-N-Pepa. Anzi, no. Io vedrei benissimo un duo con me e Ian Solo-Harrison Ford, anzi un trio. Io e loro due". Un sequel ci sarà ma la storia è ancora tutta da scrivere: "Non sono cose che si dicono ma dubito che potremo eguagliare l’originale. C’è stato anche un effetto sorpresa che per il sequel andrà perso. Ce la metteremo sicuramente tutta".

Nel dvd che Ryan ha presentato ci sono diverse scene che, come si dice in gergo, non sono sopravvissute alla cabina di montaggio e ai continui cambi di sceneggiatura, che è stata riveduta e corretta molte volte durante le riprese e poi una serie di imbarazzanti gag tra i protagonisti che sul set hanno improvvisato, riso e dato vita a quello che nel suo genere è un piccolo capolavoro.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.