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"zanardelli"Nacque il 29 ottobre 1826, primo di quindici figli. Frequentò il Liceo Classico di Brescia e si laureò in giurisprudenza all’Università di Pavia.

Combattente nei Corpi Volontari Lombardi durante la guerra del 1848 prese parte alla campagna del Trentino come milite nella colonna cremonese. Tornò a Brescia dopo la sconfitta di Novara e, per un certo periodo, si mantenne insegnando diritto. Collaborò al giornale Il Crepuscolo, con saggi di economia politica.

Nel 1849 partecipò all’insurrezione delle dieci giornate di Brescia contro il governo austriaco.

Il 29 febbraio del 1860 fu affiliato alla Massoneria nella prestigiosa Loggia romana "Propaganda Massonica" del Grande Oriente d’Italia. Eletto deputato nello stesso anno, ricevette vari incarichi amministrativi, ma si dedicò attivamente alla carriera politica solo a partire dal marzo 1876 quando la Sinistra Storica, di cui era esponente di spicco, andò al potere.

Ministro dei Lavori Pubblici nel primo governo Depretis del 1876, si dimise per alcune divergenze sulla gestione delle convenzioni ferroviarie. Ministro dell’Interno nel Governo presieduto da Benedetto Cairoli del 1878, si occupò del progetto di riforma del diritto di voto.

Nominato ministro della Giustizia nel governo Depretis del 1881, riuscì a portare a termine la stesura del nuovo Codice di Commercio e a far approvare la normativa sul lavoro femminile e minorile. Congedato da Depretis nel 1883, rimase all’opposizione e diede vita alla "Pentarchia"; nel 1887 entrò nel nuovo Governo presieduto da Depretis, sempre come ministro della Giustizia, rimanendo allo stesso dicastero anche nel successivo Governo di Francesco Crispi, fino al 6 febbraio 1891.

Eletto presidente della Camera nel 1892 e nel 1897, ricoprì quest’incarico fino al dicembre 1897, quando accettò il portafoglio della Giustizia nel Governo presieduto da Rudinì, ma fu presto costretto a dimettersi a causa dei dissensi con il collega di governo Visconti Venosta sulle misure da prendere per impedire il ripetersi delle agitazioni popolari del maggio 1898.

Dopo essere tornato alla presidenza della Camera, abbandonò nuovamente il posto per poter prendere parte attiva alla campagna ostruzionistica del 1899-1900 contro il progetto di legge sulla pubblica sicurezza. Questa presa di posizione gli valse l’appoggio dell’estrema Sinistra nella formazione (dopo la caduta del Governo Saracco) di un Ministero, che rimase in carica 991 giorni, dal 15 febbraio 1901 al 3 novembre 1903, uno dei Governi più longevi. Il capo della maggioranza in quel momento era Sidney Sonnino, rappresentante della Destra Storica ma il Re Vittorio Emanuele III preferì affidare l’incarico a Zanardelli che pure era in minoranza nel Parlamento, per almeno tre motivi: era l’espressione di quella sinistra Liberale che ha vinto la crisi di fine secolo, era l’unico politico non "sovversivo" che poteva contare sul consenso dei Socialisti ed aveva l’esplicito appoggio di Giovanni Giolitti, il nuovo leader parlamentare e Ministro dell’Interno del Ministero Zanardelli.

Le sue precarie condizioni di salute non gli consentirono tuttavia di portare a termine grandi opere tuttavia durante il suo governo avvenne la militarizzazione dei ferrovieri facendo assumere al Governo parte dell’onere finanziario delle Ferrovie, venne richiamata alle armi la classe 1878, venne istituito l’Acquedotto Pugliese importantissima opera infrastrutturale che portò l’acqua potabile dalla Campania all’intera Puglia, vennero approvati particolari provvedimenti per la città di Napoli inerenti al risanamento del bilancio comunale ed all’avvio di un programma di industrializzazione, venne proposta una legge sul divorzio che sebbene già approvata dalla Camera dovette essere ritirata per la forte opposizione clericale. Zanardelli, nel settembre 1902, compì un viaggio nel Sud Italia, attraverso la Basilicata (una delle regioni allora più povere d’Italia) tenendo anche un discorso a Potenza divenendo così il primo capo del Governo dell’Italia Unita a recarsi nel Meridione e infatti gli fu dedicata la canzone “Torna a Surriento”.

Negli ultimi anni di carriera Zanardelli focalizzò l’attenzione proprio sulla questione del Mezzogiorno ed il suo resoconto di viaggio sarà fondamentale per l’approvazione della legge speciale per la Basilicata (il 23 febbraio 1904), uno dei primi esempi di intervento straordinario dello Stato nel Mezzogiorno. Probabilmente, il lungo e difficile viaggio all’interno dell’Italia meridionale fu fatale per la sua salute già cagionevole.

La proposta di Legge sul divorzio fu quella che mise in crisi il suo Governo, dapprima i clericali e la chiesa fecero ampia battaglia per impedire che fosse approvata. Il Re all’inizio della Legislatura fece un discorso al Senato favorevole al Ministero Zanardelli e di sostegno alla netta separazione tra Stato e Chiesa, ma i tempi lunghi giocarono contro e dapprima gli esponenti della Destra Storica, Sonnino e Salandra, e poi il Ministro dell’Interno Giolitti con i suoi parlamentari fecero di fatto decadere il provvedimento forse anche perché lo stesso Giolitti puntava a succedere allo Statista bresciano come Capo di Governo. Infatti, in un famoso discorso alla Camera disse: “Signor Presidente del Consiglio, il divorzio è un argomento che interessa solo al Re, al Papa ed a Lei”.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.