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"lucernario"Il primo romanzo del premio Nobel Josè Saramago è diventato il suo ultimo, inaspettato regalo ai lettori. Rifiutato dall’editore a cui negli anni ’50 fu inviato, dimenticato per quasi mezzo secolo, ritrovato nel 1999 e rimasto inedito fino a oggi per volontà del suo autore, Lucernario arriva adesso nelle librerie italiane per Feltrinelli.

A due anni dalla morte di Saramago, il 18 giugno del 2010, «il libro perduto e ritrovato nel tempo» come lo stesso scrittore lo chiamava, mostra il grande talento del giovane futuro Premio Nobel per la Letteratura. «E’ la porta d’ingresso a Saramago e sarà una scoperta per ogni lettore» sottolinea la vedova dello scrittore, Pilar del Rio, autrice della prefazione al libro e presidente della Fondazione Josè Saramago.

Scritto fra i venti e i trent’anni, fra il 1949 e il 1952, finito nel 1953 e firmato con lo pseudonimo Honorato, Lucernario è ambientato negli anni ’40, in un palazzo di un quartiere popolare di Lisbona dove vivono sei famiglie. Negli anni bui del Portogallo salazarista, Saramago mostra la vita di persone semplici, segnate dalla tristezza, sognatrici, fuori dagli schemi. Per l’autore di "Memoriale del Convento" e di "Una terra chiamata Alentejo", il suo primo romanzo era rimasto una ferita aperta, soprattutto perchè era stato ignorato senza risposta quando lui aveva 31 anni e «tutti i sogni ancora intatti». E quando nel 1999 venne ritrovato e gli proposero di pubblicarlo fu lo scrittore a non volere che quel dattiloscritto di 319 pagine uscisse. «Si rifiutava ostinatamente, diceva – racconta Pilar del Rio – che non lo avrebbe dato alle stampe finchè era in vita». «Saramago – spiega la vedova – riteneva che nessun editore ha l’obbligo di pubblicare i manoscritti che riceve, ma che esiste il dovere di dare una risposta a chi la aspetta giorno dopo giorno, mese dopo mese, con impazienza per non dire con trepidazione…».

Libro che scava nelle facce nascoste dei protagonisti fra i quali spiccano il calzolaio Silvestre, il giovane intellettuale idealista Abel e la sognatrice Adriana, vittima di una morbosità inaspettata, Lucernario mette in scena un microcosmo di personaggi indimenticabili che riflettono l’atmosfera di un’epoca e i sogni e le speranze di un’umanità vittima e ribelle ai conformismi. «Ho la sensazione che la vita sia lì, dietro una tenda, a farsi grasse risate dei nostri sforzi per conoscerla. Io voglio conoscerla» dice Abel, 28 anni, libero e solo, a Silvestre.

«Secondo me, le donne belle non vogliono amare, vogliono essere amate» scrive Adriana nel suo diario sottolineando che se fosse vissuta al tempo di Beethoven avrebbe «anche potuto baciargli i piedi, e scommetto che nessuna donna bella lo avrebbe fatto».

Con Lucernario, tradotto in italiano da Rita Desti, e dedicato alla memoria del nonno, si compie anche un viaggio nella vita del giovane Saramago, nato ad Azinhaga, in Portogallo, nel 1922. Come ricorda, nella bella prefazione, Pilar del Rio, «allo sgarbo della mancata risposta degli editori al suo Lucernario, scritto in ore notturne dopo giornate trascorse in impieghi non facili, dovette sommare altri affronti, per la sua condizione di sconosciuto, che non proveniva dall’accademia nè dall’elite intellettuale». E passarono vent’anni dall’invio di quel manoscritto prima che Saramago tornasse a pubblicare.

JOSE’ SARAMAGO, LUCERNARIO (FELTRINELLI, PP 325, EURO 18).

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.