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"pino"Pino Daniele torna con un nuovo progetto discografico e un nuovo tour ma ha idee antiche. «Ormai conta solo apparire, il contenuto non interessa e l’emozione non fa fatturato – dice presentando Electric Jam, (al prezzo di 9.90 euro), un cd con sei pezzi nuovi in chiave elettrica (compreso Il sole dentro di me, il duetto con J-Ax) – Negli ultimi anni la società ha subito una trasformazione violenta, siamo in balia di un consumismo sfrenato, i giovani passano i pomeriggi nei centri commerciali perché dovunque si è adottato lo stile di vita americano e l’arte interessa sempre di meno, anche in Italia che è un Paese cresciuto sull’arte».

Nel frattempo Pino, che suona nel disco con musicisti come Nathan East e Vinnie Colaiuta, e prepara un gemello acustico in novembre, Acustic Jam, sarà al Blue Note di Milano il 28 e il 29 marzo e il primo e il due aprile, anteprima di un tour che, il 19 aprile lo porterà a Genova, il 27 Udine, il 29 a Torino, il due maggio a Saint Vincent, il cinque a Firenze, il sette a Ferno, il 12 a Cesena, il 14 a Zurigo, il 19 a Bergamo e il 21 a Monaco di Baviera.

«Sono 33 anni che artisticamente faccio quello che voglio, a Sanremo sono andato come tutor di Silvia Aprile perché c’era un progetto – racconta Daniele –. E’ stata un’esperienza positiva, non ho dovuto cambiare il mio modo di essere artista. Paolo Bonolis mi aveva dato tutte le garanzie del caso. Resta il fatto che a me non piace considerare la musica come una competizione e il televoto premia inevitabilmente chi sta in tv da un anno e ha già un pubblico abituato a televotarlo. Una bella canzone è un’altra storia. Non per niente Battiato, Fossati, De Gregori, De Andrè sono stati sempre fuori da questi circuiti». La questione televoto porta inevitabilmente a parlare di X Factor e Amici.

«Intanto sono gli unici due programmi musicali in onda sulle reti italiane. Non discuto che siano fatti bene e che rivelino dei nuovi talenti ma, ripeto, non mi piace l’idea della musica come competizione». Pino Daniele è stato il testimonial della campagna per la raccolta differenziata. «E’ stato un fatto positivo aver lavorato per Bassolino e Bertolaso, un lavoro che sta dando buoni frutti. Il problema è che Napoli come altre città europee ha adottato modelli di vita che non permettono alla tradizione di rinnovarsi. Quando ho cominciato c’erano la scena napoletana, quella romana, quella milanese e quella genovese, ognuna con le sue peculiarità. Certo bisogna anche saper cambiare, non si può rimanere sempre uguali. Di Highlander ce n’è uno solo ed è Gianni Morandi».

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.