De Gregori e Sparagna, splendidi ieri sera in concerto al Summer Village

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Non ha blasoni sulla giacca né discendenze nobiliari da onorare. Eppure tutti lo conoscono come “il principe” della canzone italiana. Lui è Francesco De Gregori, romano classe 1950. La sua vita, per dirla con i suoi amati poeti americani, è un infinito viaggio on the road tra le praterie di un mondo che ha cantato insieme ai protagonisti delle sue canzoni. Come il mozzo del Titanic, gli orchestrali di Bologna e quel Buffalo Bill insieme al quale ha firmato col suo nome uno dei testi più importanti della nostra storia musicale.

Ieri sera i motori del suo peregrinare hanno fatto tappa al Summer Village di Bari dove è sceso in compagnia di Ambrogio Sparagna e della Orchestra dell’Auditoriaum Parco della Musica di Roma. Una brigata di menestrelli, cantastorie e tamburellisti per una serata all’insegna dei ritmi pizzicati che hanno colorato il cielo e il mare di un sapore squisitamente gitano. Come le strofe di Dormi piccola carina e la musicalità dei cardellini di Volavola fin sotto le stelle del Messico in un viaggio alla riscoperta delle piccole, grandi storie del nostro folklore. Sul palco, nell’abbraccio degli strumentisti, De Gregori e Sparagna, così diversi e così complici, hanno cantato e danzato insieme al pubblico fino a notte fonda chiudendo lo spettacolo con un piccolo omaggio ai versi della Commedia di Dante Alighieri portati in scena, per la prima volta, nella edizione 2005 della Notte della Taranta. Salvo poi, sulla via del ritorno, tornare con la mente ad una immagine e divertirsi a cantare “… il violino dei poveri è una barca sfondata e un ragazzino al secondo piano che canta, ride e stona fa che vada lontano fa che gli sia dolce anche la pioggia nelle scarpe anche la solitudine …”.