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L’arancino o arancino di riso, è una delle specialità più amate della cucina siciliana. E’ tanto buona quanto semplice. E’ una palla di riso impanato e fritto del diametro di 8-10 cm, viene farcita col ragù di carne, prosciutto, mozzarella e zafferano.

L’arancino di riso è stato introdotto in Sicilia durante la dominazione araba, epoca in cui fu introdotta l’usanza, nell’isola, di consumare riso e zafferano.

Arancia in arabo si dice “nanranj”. L’impanatura serviva, nel medioevo, per aumentare la conservazione degli alimenti e ne rendeva più facile il trasporto. Con questo stratagemma l’arancino divenne un cibo molto pratico poiché la lunga conservazione e la facilità di trasporto facevano in modo che l’arancino venisse usato come cibo d’asporto per chi si recava al lavoro e doveva pranzare lontano da casa.

Il dominio islamico sulla Sicilia iniziò a partire dallo sbarco a Capo Granitola presso Mazara del Vallo nell’827 e terminò con la caduta di Noto nel 1091. La cucina araba influenzò tantissimo quella siciliana soprattutto per quanto riguarda i dolci e prima di tutto per l’introduzione della pasta secca molto simile agli odierni maccheroni.

Dopo la scoperta delle Americhe, arrivò in Europa il pomodoro. Gli spagnoli inventarono la salsa di pomodoro e quando la salsa arrivò sulle tavole della Sicilia anche l’arancino modernizzò la sua ricetta. Insieme al ragù venne aggiunta infatti anche dell’ottima salsa di pomodoro.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.