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E’ stato l’imponente Stadio di San Nicola nella metropoli barese ad accogliere la prima data dello “Start Tour 2019” di Luciano Ligabue ieri 14 giugno e, inevitabilmente, gli animi rock di tutta la Puglia e oltre si sono riuniti in questa rovente giornata ancora “primaverile” per acclamare l’idolo di Correggio.

A poco più di tre mesi dal rilascio del suo ultimo capitolo discografico, presentato al pubblico in occasione della festa della donna col primo singolo estratto “Certe donne brillano”, Luciano Ligabue viaggia da nord a sud toccando nove città italiane.

In ordine: Bari, Messina, Pescara, Firenze, Milano, Torino, Bologna, Padova e, per finire, Roma quale tappa conclusiva del tour il prossimo 12 luglio allo Stadio Olimpico.

In occasione del tanto atteso concerto di apertura del cantante e della sua band, l’Amministrazione della città di Bari si è letteralmente mobilitata incrementando tutti i servizi di trasporto  delle linee ordinarie, attive sino alle ore 2:30 del mattino oltre che l’attivazione di molteplici aree di sosta circostanti l’impianto sportivo.

Non ultimo, un decoroso piano di sicurezza pubblica le cui linee sono state specificatamente dettate con ordinanza sindacale del 12/6/2019.

Eppure non è mancato il black out pre concerto dovuto al riposizionamento del palco con la conseguente riassegnazione dei posti a sedere dei partecipanti che, fino a qualche minuto prima la chiusura dei cancelli, hanno vagato inconsapevoli della giusta direzione da prendere.

Ma si sa, tutto è bene quel che finisce bene e l’ansia accumulata ai tornelli è rimasta nelle aree di parcheggio.

Come un vero gentleman che meriti rispetto, Luciano Ligabue non ha perso tempo e dalle ore 21.25 circa alle ore 23:30, si è concesso al pubblico presente macinando, forse, decine di chilometri sul mastodontico palco lungo 58 metri e profondo 20, in compagnia della sua band e della sua inseparabile chitarra.

Presenti anche due passerelle sulle quali Luciano si concede una passeggiata; sarà poi, quella a destra, peraltro più lunga, ad ospitare l’intera band sul “Medley Rock Club”.

Ma andiamo per ordine!

Classe 1960, look total black, capello brizzolato, timbro graffiante, voce dai suoni profondi simil grave in netta contrapposizione con gli assoli degli strumentisti così acuti da raggiungere distanze importanti.

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Impianto audio d’ultima generazione capace di generare un milione di watt, associati ad oltre 300 metri quadri di video Led e ad una regia video a 4K con colori centrati principalmente sul bianco e sul rosso. Chissà, magari è stata proprio la città d’apertura del tour ad ispirare il cantautore di Correggio.

Il pezzo attualmente in rotazione radiofonica “Polvere di Stelle” è stato anche il pezzo di apertura del concerto seguito da un’altra recente composizione “Ancora Noi”.

Sin dal principio aleggiano nell’aria le sonorità pop – rock tipiche del Liga ma la sensazione è che tutta la potenza cucita addosso ai brani sia volutamente controllata.

Difatti, poco dopo le prove generali dello scorso 8 giugno a Reggio Emilia, alla presenza di giornalisti ed intimi amici, Luciano ha definito il tour una sorta di “upgrade rispetto al passato” dove si sono volute combinare le ritmiche più potenti ma, comunque, controllate. Il cantautore ha ribadito, infatti, la volontà di uniformare l’intera scaletta dello “Start Tour 2019” alle atmosfere ed alle sonorità elaborate nell’ultimo lavoro discografico.

E così anche i pezzi più longevi della carriera artistica di Luciano Ligabue sono stati reinterpretati ed adattati a sonorità potenti ma, pur sempre, oggetto di limitazioni.

La voglia di donare una nuova veste ai brani scelti per il pubblico del 14 giugno a Bari ha trovato radici anche nelle scelte discografiche che scorrevano nei Led.

Sempre diverse, sempre sorprendenti.

Esempio ne è la scelta della copertina del disco punk per eccellenza “Never mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistol”, della band di J. Rotten, sulle note del classico degli anni ’90 “Bambolina e barracuda”; così pure l’impronta fortemente ecologista su “Non è tempo per noi” accompagnata dalle immagini dei “Fridays for future”. A tal proposito, sempre a Reggio Emilia, Luciano così ha spiegato: “E’ stata una mia idea, in una canzone come questa mi sembrava che ci stesse. Ci siamo già esposti anche in passato. Abbiamo tempo, poco, ma ce l’abbiamo per intervenire”.

“Ancora noi”apre le porte d’un lungo viaggio nel passato. Luciano interpreta “A modo tuo” e, finalmente, Capitan Fede regala il primo assolo di chitarra fortemente sorretto dalle importanti ritmiche di Max Cottafavi.

Il viaggio a ritroso continua con “Si viene e si vaQuella che non sei e Balliamo sul mondo” che, ad onor del vero, ben potrebbe essere ridepositata in SIAE col titolo “Balliamo sul mondo, yeah oh”. Perchè tutti la cantano così. Perchè non c’è mai un balliamo sul mondo senza seguito corale. Mai. Tantomeno allo Stadio di San Nicola.

L’anima pop rock di Luciano Ligabue incontra, poi, la vena introspettiva ed intimista del concerto.

Atmosfera minimalista dettata da luci basse, una voce ed una chitarra.

Ed eccolo il primo medley col quale Luciano Ligabue annulla completamente le distanze col suo pubblico, ora talmente vicino da potergli sfiorare le caviglie.

“L’amore conta”, urlato, sentito, vissuto. Realtà e verità.

“Sogni di rock and roll – Il giorno di dolore che uno ha – Tu sei lei” servono a mostrare sul palco il cantautore in una veste temperata, dolce, delicata. Interamente cullato ed avvolto dai cori dei 25.000 presenti.

Il medley si compone anche di “Un colpo all’anima” dove, a gamba tesa, rientra tutta la band per esplodere su una versione piuttosto tirata del classico “Bambolina e barracuda”. E’ questo il brano che convince il pubblico a lasciare il proprio animo malinconico ed il proprio smartphone per recitare l’intero testo degli anni ’90 assieme al cantautore e con le braccia tese al cielo.

Segue “La cattiva compagnia” che Luciano stesso definisce un brano che parla di fantasmi, di pensieri negativi. E’ una canzone centrata sull’incapacità di essere felici.

Ad ogni modo rende e pure bene.

Ed ancora “Non è tempo per noi” che riaccende il pubblico e “Marlon Brando” con una tenuta ritmica imponente che mette a dura prova il palmo delle mani.

Ma non ci si ferma mai e, con gran sorpresa, l’intera band si sposta lungo una delle due appendici del palco per il “Medley Rock Club” denominato per l’occasione “Bari Rock Club”.

Da sempre Luciano Ligabue si definisce un cantautore che canta in una band e, difatti, col secondo medley rende perfettamente l’idea di una location ristretta con un pubblico da stadio.

Il medley regala un altro salto nel passato dove trovano spazio anche “Eri bellissima – L’odore del sesso – I ragazzi sono in giro – Il meglio deve ancora venire”. Nessuno si risparmia. Nessuno si esime.

L’impronta del passato incombe fino alla fine del concerto sulle note di “Niente paura e Certe notti”.

L’impronta rock che smuove i corpi piomba, ancora una volta, sulla note di “A che ora è la fine del mondo e Tra palco e realtà”.

Seguono tre bis, amatissimi. “Certe donne brillano” con un pubblico particolarmente partecipe, “Piccola stella senza cielo” che annulla le distanze tra le generazioni e, ultima ma non ultima, “Urlando contro il cielo”.

Un must. Una sorta di “Alba chiara” ai concerti di Vasco Rossi.

Ed urlando contro il cielo barese, ieri impreziosito dalle stelle, di sicuro qualcuno ha lasciato nel vento fresco della sera la propria voce, così come Luciano Ligabue ha lasciato una parte di sé.

Line Up:

Luciano Ligabue voce

Luciano Luisi  tastiere

Max Cottafavi chitarra

Federico Poggipollini chitarra

Davide Pezzin basso

Ivano Zanotti batteria

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.