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"bruno"Capelli biondi ossigenati e frangetta, sguardo sfrontato da cerbiatto, corpo depilato, pose ammiccanti da copertina, faccia tosta da record tanta voglia di provocare. È la nuova trasformazione di Sacha Baron Cohen in Bruno, la nuova commedia di Larry Charles nelle sale da qualche giorno in oltre 200 copie da Medusa.

Dopo essere diventato una celebrità mondiale nei panni dell’inconsapevole kazako di Borat, stavolta il comico inglese porta sul grande schermo un altro dei personaggi (come Borat e il dj Ali G) creato, per il suo Ali G show. È Bruno, uno spregiudicato reporter di moda, austriaco e omosessuale. Il film prende il via dalla sua rovinosa irruzione sulla passerella di una sfilata a Milano, che causa il suo licenziamento. Il reporter decide allora di cercare fortuna negli Stati Uniti, con il suo assistente, Lutz. Il suo obiettivo è diventare la superstar austriaca più famosa al mondo dopo Hitler. Come per Borat, lo stile del film è quello del finto documentario, mockumentary, e molte delle scene che coinvolgono personaggi famosi e no nel film sono state girate, assicurano i realizzatori, a loro insaputa. Fra queste quella in cui Bruno cerca di sedurre Ron Paul, parlamentare repubblicano strenuamente contro i matrimoni gay, che quando il finto austriaco, che l’aveva contattato per un’intervista, si cala i pantaloni, fugge scandalizzato.

Nel film, Bruno tenta di diventare famoso, adottando un bambino africano, che ottiene scambiandolo con un Ipod a serie limitata dedicata agli U2MediumBruno/Baron Cohen, intervista Ayman Abu Aita, definito un leader terrorista, dicendogli che Osama Bin laden assomiglia a un mago sporco o a un Babbo Natale barbone. Frasi a cui l’uomo, reagisce interrompendo la conversazione e cacciandolo. In realtà Ayman Abu Aita non sarebbe affatto un terrorista ma un attivista cristiano, che sostiene di essere stato ingannato da Baron Cohen e il regista, e ora programma di denunciarli.

Il film contrariamente alle attese, pur andando bene (136 milioni di dollari incassati nel mondo finora), non ha raggiunto le cifre record di Borat (260 milioni di dollari) e sta iniziando a ricevere altre querele (Borat ne ha avute oltre 200) da alcune delle persone che vi appaiono. Intanto Baron Cohen, che ha promosso la pellicola quasi esclusivamente presentandosi nei panni di Bruno, e rispondendo con il suo finto accento austriaco a domande improbabili è stato anche protagonista di varie apparizioni televisive a sorpresa, tra cui la più discussa, è stata quella agli Mtv Movie Awards, dove vestito solo con un sospensorio bianco si è calato dall’alto sulla faccia di Eminem, che ha lasciato la sala fintamente arrabbiato (in realtà era tutto programmato). La comunità gay Usa ha reagito al film senza grandi polemiche. Cathy Renna ex membro della Gay and Lesbian Alliance e fondatrice di un’altra organizzazione di supporto ai Gay ha spiegato al New York Times: «Di tutti i gruppi di minoranze, penso che i gay siano quelli più capaci di autoironia. Almeno il film avrà il merito di favorire molto la discussione». Chicca di Bruno è la sigla di coda, Dove of Peace, cantata da Snoop Dogg, Elton John, Chris Martin, Slash, Sting e Bono.
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Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.