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La febbre (e i compensi) da blockbuster continuano a lasciare un segno nella carriera di Robert Downey Jr. Dopo aver interpretato, dal 2008, Iron man, una decina di volte, tra film su di lui, Avengers e altri superhero movies Marvel (potrebbe aggiungersi anche un cameo in Black Widow), l’attore resta nel terreno del fantasy, anche se in chiave di adventure comedy. Lo fa con Dolittle di Stephen Gaghan, in arrivo in sala dal 30 gennaio con Universal. Alla base c’è il personaggio creato dal britannico Hugh Lofting per le lettere che spediva ai suoi figli dal fronte belga durante la I guerra Mondiale, poi diventato dal 1920 protagonista di una serie di libri per ragazzi.
Il super medico veterinario che sa parlare con tutti gli animali era già approdato sul grande schermo nelle interpretazioni di Rex Harrison nel 1967, per due film nel 1998 e il 2001 con Eddie Murphy più tre sequel dal 2006 al 2009 con Kyla Pratt. Questa nuova versione da 175 milioni di dollari che rispetta l’ambientazione viittoriana e ripesca molti dei personaggi dei libri, ha nel cast anche Antonio Banderas, Michael Sheen e Kasia Smutniak (nel ruolo quasi non parlante della moglie scomparsa di Dolittle) .Il film tuttavia è stato accolto male dalla critica e con poco entusiasmo dal pubblico Usa. In 10 giorni di uscita negli Stati Uniti ha incassato intorno ai 43 milioni di dollari e gli analisti parlano di un flop che potrebbe perdere intorno ai 100 milioni di dollari, a meno di un exploit sui mercati internazionali.

Sulla carta non mancano i punti di forza, come aver affidato nella versione originale le voci degli animali parlanti, realizzati in computer grafica, fra gli altri, a Emma Thompson per il saggio pappagallo Polinesia; Rami Malek per l’ansioso e pauroso gorilla Ci-Ci; John Cena per l’orso polare freddoloso Yoshi; Octavia Spencer per l’oca svampita Deb Deb; Kumail Nanjiani per lo struzzo asociale Plimpton; Marion Cotillard per la volpe Tutu; Tom Holland per l’affidabile cane occhialuto Jip e Ralph Fiennes per la tigre mammona e feroce Barry. Eppure proprio per integrare al meglio gli animali digitali nella storia, i produttori (tra i quali Susan Downey, moglie dell’attore, che è produttore esecutivo), dopo delle preview deludenti, hanno voluto rigirare delle scene, affidandole a due cineasti più a proprio agio con le creature in Cgi, Jonathan Liebesman (Tartarughe Ninja) e Chris McKay (Lego Batman), anche se Gaghan è l’unico a firmare da regista. Il risultato è un andamento del film macchinoso e confuso, con effetti digitali non proprio fluidi, che riserva comunque qualche momento divertente, in particolare di comicità slapstick.
Il Dolittle di Downey Jr, lo troviamo a inizio della storia nel pieno di una vita da eremita, insieme solo alla sua ‘famiglià di animali, nella dimora in Inghilterra dove si è rinchiuso dopo la scomparsa in mare, anni prima della moglie Lily (Smutniak). Quando la giovane Lady Rose (Carmel Laniado) , gli chiede di tornare ‘in serviziò per curare di un’adolescente Regina Vittoria (Jessie Buckley), colpita da una misteriosa malattia che nessun altro dottore ha saputo individuare, Dolittle, è costretto a tornare nel mondo per un’avventura in mare, alla ricerca di un rarissimo antidoto. Insieme agli amici animali, lo accompagna un improvvisato e entusiasta assistente, il teenager Tommy Stubbins (Harry Collett). Non mancano però gli avversari, dall’infido ex compagno di corso, il Dr. Blair Mudfly (Sheen, nella performance più convincente del film) e re Rassouli dell’isola di Monteverde (Banderas), padre di Lily, che non ha perdonato a Dolittle di avergli portato via la figlia.
Nel guardare il film, «le persone possono commuoversi e divertirsi allo stesso tempo – spiega nelle note di produzione Robert Downey Jr -. La mia paziente signora ha detto che doveva incantare gli spettatori dai 4 ai 94 anni. Quindi, missione compiuta per la Team Downey! (la loro società di produzione, ndr)». L’attore ora ha in cantiere anche un altro ritorno ad alto budget, con Sherlock Holmes 3, che al contrario dei primi due capitoli, non sarà diretto da Guy Ritchie ma da Dexter Fletcher.

Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.