Tempo di lettura: 2 minuti

"Una«Qui sento che non è tanto questione di essere o non essere, ma di mal’essere, nel senso doppio della nostra lingua che dice insieme di persona cattiva ma anche di un profondo scoramento esistenziale: essere o non essere il male, piuttosto. E nessuno più e meglio dei numerosissimi rapper dei nostri territori sa esprimere, a parer mio, questo malessere oggi»: lo dice il regista Davide Iodice spiegando la natura di un particolare suo incontro con l’Amleto di Shakespeare, che, affidata la riscrittura del dramma a un gruppo di rapper di area partenopea, secondo la metrica del genere musicale e in napoletano, propone con il titolo “Mal’essere» al Teatro San Ferdinando di Napoli dal primo al 12 febbraio.
 «In questo tempo di paranze d’e criature e di criature morti ammazzati, di padri che mandano – ancora – i figli alla strage, nell’Elsinore dove vivo, tra Forcella e Sanità, qui mi riappare l’ombra di Amleto» e questa particolare rilettura del dramma del principe danese non è che l’ultimo capitolo della personale ricerca di Iodice, da sempre attenta a far risuonare la forza emotiva della rappresentazione scenica lungo sentieri e luoghi non canonici, di forte impatto sociale. Una ricerca-indagine i cui titoli di questi ultimi anni vanno da “La fabbrica dei sogni» a «Un giorno tutto questo sarà tuo», da «Mangiare e bere. Letame e morte» a «Mettersi nei panni degli altri-Vestire gli ignudi», per citare i titoli principali.
 Il regista ha chiesto a alcuni nomi della scena hip hop napoletana, dagli storici Sha One, Joel e Fuossera fino a più giovani talenti come ‘Op rot e Capatosta, di tradurre e riscrivere ciascuno uno dei cinque atti dell’Amleto, ognuno con il proprio bit, con la propria lingua, secondo il proprio sentire, cui daranno vita in scena gli stessi, con altri e con attori in un lavoro di grande vitalitè.
 Lo spettacolo naturalmente è anche un ritratto indiretto, tra scorci e ferite, della inquietante e sorprendente Napoli di oggi: ” si cerca di dire qualcosa sulla città, scartando l’imperante e cinica oleografia criminale, questo tempo di paranze dei bambini, che è una sorta di estetica del male che stiamo assecondando e dove le crew dei rapper sono paranze vitali, di chi ha scelto l’arte e le parole al posto delle pistole».
 La drammaturgia è dello stesso Davide Iodice con testi e riscritture dei rapper Gianni De Lisa detto ‘O Yank e Pasquale Fernandez detto Sir (dei Fuossera), Alessandro Caricchia detto Joel, Paolo Romano detto Sha One, Ciro Perrotta detto Op Rot, Damiano Rossi detto Capatosta, mentre in scena asaranno gli attori Salvatore Caruso, Luigi Credendino, Veronica D’Elia, Angela Garofalo, Francesco Damiano Laezza, Marco Palumbo, Antonio Spiezia, insieme ai rapper Peppe Sica detto Oh, Vincenzo Musto detto Oyoshe oltre a alcuni dei rapper anche autori, tutto su musiche di Massimo Gargiulo, con scene di Tiziano Fario. La produzione è del Teatro Stabile di Napoli.
Michele Traversa

Direttore responsabile e Editore di LSDmagazine. Esperto di turismo, spettacolo, gastronomia e tecnologia. Attento alle strategie social media e preparato all'interazione tra gli strumenti che questi offrono e la diffusione dei loro contenuti. Collabora con le principali riviste del settore turistico, italiane e straniere, autore di libri e documentari di viaggio e di mostre fotografiche.