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La musica è stata da sempre uno dei più grandi mezzi di aggregazione sociale, e spesso ha accompagnato sia momenti di rivolta che di commemorazione. E una  giornata di cruciale importanza per la storia della Repubblica Italiana, il 25 Aprile, giorno della Liberazione, non poteva che essere ricordata con un grande concerto.
Ci troviamo a Torino, una delle città italiane che si fa teatro per la musica, ospitando spesso sia grandi artisti internazionali, che giovani realtà musicali indipendenti. La scelta degli artisti non è mai casuale, ma è sempre finalizzata alla promozione della qualità. Molte sono le occasioni dove la musica viene offerta gratuitamente, basti pensare all’imminente Torino Jazz Festival, o al Traffic di giugno. E in un periodo dove i prezzi dei concerti sono sempre più alti e di difficile accesso, la promozione gratuita della musica denota, a mio parere, un grande valore sociale e cultrale.
In questa giornata commemorativa, da cinque anni, piazza Castello si trasforma in un luogo di festa, dove le parole si alternano alla musica per ben otto ore.
Ad aprire questa maratona musicale, la fanfara della Brigata Alpina Taurinense, composta da Sottufficiali e Volontari in Servizio Permanente ed in Ferma Breve e militari di leva. Ascoltare la fanfara degli Alpini crea sempre una certa emozione, perché assisti a gente che la guerra, e la resistenza, l’ha vissuta ed ha creduto per davvero al valore e al fine di quello che perseguiva.
Subito dopo si fa spazio ai giovanissimi dell’ Orchestra della Scuola Gramsci Settimo Torinese, che eseguono i brani “Edelweiss”, “La vita è bella” e “Scarborough Fair”.
Dopo questa overture, fa da padrino alla serata il cantautore cuneese Gianmaria Testa, un musicista che ha costruito la propria fama di artista rigoroso e delicato, sia sui palchi dello stivale che all’estero, e anche su questo ha qualcosa da dire.
Di seguito i Bastian Contrario, un duo campano con una bella vocazione creativa, che richiamano le sonorità del gruppo post-rock islandese dei Sigur Ros. Enrico Esma con la sua band, i suoi riccioli rossi e le sue variazioni di stile creano una bella atmosfera e spaziano dal cantautorato all’elettro-dubstep. E poi arrivano dei gruppi locali: la giovane band torinese Ronny Taylor, che vale la pena di conoscere meglio, i Kobe, che coinvolgono per la loro musica energica ed eclettica, Cosimo Morleo, con un approccio romantico e delicato alla musica e sempre fuori dalla contemporaneità.
Sale sul palco Duemanosinistra, Orlando Manfredi, le cui sonorità si possono descrivere benissimo col titolo del suo album di debutto, “Intimo Rock”.
Ed ecco Banda Elastica Pellizza, un gruppo abbastanza folk popolare, che ricorda un po’ la Bandabardò e crea il giusto ritmo per un concerto in piazza di questo tipo.
E ancora un gruppo torinese formato da sei elementi, sei diverse individualità che creano un rock energico e seducente, i Diverba.
Finalmente sale sul palco una donna, Roberta Di Lorenzo, che non solo ci riserva una voce delicata e musicale, ma anche delle canzoni interessanti, scritte di sua mano.
La situazione si riscalda, scende la sera e finalmente le luci del palco si accendono e creano più atmosfera. Arrivano i Sursumcorda, un gruppo eclettico difficile da definire, tanti elementi dalle diverse personalità, che creano un mix di raffinatezza, poesia e classe. Un improvviso cambio di stile porta sul palco tre ragazze che vengono fuori da un talent show, Yavanna, ma che Vicio dei Subsonica ha saputo ben proporre, con uno stile che sa di internazionale e che credo avrà un bel seguito.
Finalmente arrivano i big, che chiudono la serata. Prima fra tutte la calda e intensa voce di una grande cantautrice che ha avuto molto da dire nella sua ultima trilogia di album, e che lo fa anche qui, in questa giornata di commemorazione, Paola Turci. Poi arriva un uomo colto e ispirato, il menestrello per eccellenza del pop italiano, il maestro Angelo Branduardi che come sempre crea un’atmosfera di spessore, sia per le profonde riflessioni dei suoi testi, che per il suono dalle influenze medievali. Ed ecco che lo spirito allegro e irregolare del  talento calabrese Peppe Voltarelli, sale sul palco a dare carica e simpatia, che non potevano mancare, e mette le basi per la carica avvolgente e calorosa della fantastica Teresa De Sio, che unisce l’italia portando a Torino il ritmo del sud, invitando a ballare le danze popolari come la taranta e la pizzica.

Fra un artista e l’altro, come da tradizione, si sono alternate le letture di brani che ricordano la Resistenza e la Liberazione. A leggerli gli studenti delle scuole superiori torinesi. Tra le letture scelte: I sommersi e i salvati di Primo Levi (1986), La Repubblica del Silenzio di Jean-Paul Sartre (1944), Diario partigiano di Nuto Revelli (27 gennaio 1944), Il mite giacobino di Alessandro Galante Garrone (1994), Diario partigiano di Ada Gobetti (1956), Tre parole sulla Resistenza (1965) di Giacomo Noventa.

I coordinatori della serata? Anche questi sono dei bei nomi: Mixo e Marina Pagagnotto.

Nonostante qualche nuvola che ogni tanto copriva il cielo di Torino, questa giornata è stata colorata da una bella iniziativa, promossa dal Consiglio regionale del Piemonte. Attendiamo le prossime occasioni di promozione della cultura, nello splendido scenario torinese.

Foto di Mariagrazia Giove, riproduzione non consentita

Mariagrazia Giove