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(Adnkronos) – “Io ho iniziato la mia carriera satirica con lui, nel ‘Satyricon’ di Repubblica, e quindi gli devo riconoscenza. Siamo stati talvolta, come è normale che sia, in conflitto critico. Mai nemici, però. La satira ha questo di bello: viene definita a volte feroce, cattiva, ma ha sempre un elemento di gioco, un elemento ludico. Quindi anche nei rapporti tra i fautori di satira non diventa mai aggressiva o competitiva, c’è sempre una complicità, che può essere definita la complicità del gioco”. A parlare, in un’intervista all’Adnkronos, è il vignettista Vauro Senesi, commentando a caldo la morte del collega Giorgio Forattini, scomparso oggi a 94 anni.  

Analizzando le caratteristiche del grande vignettista scomparso, Vauro sottolinea: “Il suo era un tratto ritrattistico, usava lo strumento della caricatura ma mantenendo uno sguardo quasi realistico”. Come verrà ricordato Giorgio Forattini? “Non lo so, perché questo è un Paese con la memoria corta, quindi non so nemmeno se verrà ricordato -osserva Vauro – Come altri grandi della satira, che sono stati di fatto dimenticati. In ogni caso ho sempre pensato che le commemorazioni non servano a ricordare ma a dimenticare. Quindi spero per lui che ora non divenga un’icona a pronto consumo”.  

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Redazione

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