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Questa mattina, in occasione dell’82° anniversario dell’Insurrezione di Matera, si è svolta la tradizionale cerimonia di commemorazione dei caduti del 21 settembre 1943, giornata che segnò l’alzata in piedi di un popolo contro l’oppressione nazifascista e che consegnò Matera alla storia come la prima città del Mezzogiorno a ribellarsi in armi.
Alla presenza delle istituzioni civili, militari e religiose, l’assessore regionale alla Salute, Cosimo Latronico, ha partecipato alla celebrazione rendendo omaggio ai 26 caduti – tra cui 18 civili – che sacrificarono la propria vita per difendere la dignità e la libertà della comunità materana. “Ci ritroviamo oggi – ha detto Latronico – per rendere onore ad una pagina della nostra storia scritta con il coraggio, con il sangue e con la dignità di uomini e donne che, nel momento più oscuro del nostro Paese, seppero dire no alla violenza. Matera, il 21 settembre 1943, non aspettò ordini, non cercò scuse: scelse di alzarsi in piedi. E lo fece con le proprie forze, con le proprie donne e i propri uomini. È un messaggio che non appartiene solo alla memoria, ma che deve guidare le nostre scelte anche oggi”. Riflettendo sull’attualità, l’assessore ha sottolineato: “Viviamo tempi complessi, in cui le 59 guerre in atto e le persecuzioni continuano a seminare dolore e distruzione in molte parti del mondo. Ricordare l’insurrezione di Matera significa rifiutare ogni forma di indifferenza e riaffermare l’impegno a difendere la democrazia, educare alla pace, promuovere i diritti umani. Ogni volta che accettiamo l’odio o il razzismo, tradiamo la memoria di chi ha perso la vita per garantirci libertà. La nostra regione sente forte la responsabilità di custodire questa eredità morale, traducendola in impegno civile e sociale quotidiano”. Infine, un monito rivolto soprattutto ai più giovani: “Matera ci ha insegnato che la dignità è più forte della paura e che la giustizia può vincere sulla violenza. Ai ragazzi dico: fate vostra questa lezione, perché la libertà non è mai un bene acquisito una volta per tutte, ma un bene che va difeso, custodito e rinnovato con responsabilità”.
La commemorazione si è conclusa con la deposizione delle corone di alloro al Monumento ai Caduti e con il Gran Concerto Bandistico di Nova Siri.

Redazione

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