Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – L’ex direttore degli Uffizi Eike Schmidt si scaglia contro il discusso “cubo” bianco e nero di Corso Italia a Firenze. La Procura di Firenze ha già avviato un fascicolo conoscitivo sul ‘cubo’ che spicca dal nuovo complesso architettonico sorto sull’area dell’ex Teatro Comunale, nel cuore del centro storico cittadino, all’interno della zona tutelata dall’Unesco. Ma Schmidt ritiene che proprio l’Unesco debba intervenire per risolvere la questione. 

“È totalmente brutto, è totalmente fuori dal contesto fiorentino e forse al di fuori delle regole sull’altezza”, ha detto al ‘Times’. Il quotidiano londinese ha dedicato al “cubo nero” che “annerisce” lo skyline della città del Rinascimento un approfondimento, sollevando diverse questioni sul progetto e sull’iter di approvazione e di cambiamento. “Non vogliamo che Firenze perda lo status Unesco – ha aggiunto Schmidt, che nei giorni scorsi aveva citato il caso di Dresda, fuori dall’Unesco per un solo nuovo edificio –, ma l’Unesco potrebbe fare pressione sulla città affinché siano cambiati i colori e sia ridotta l’altezza”. “Adesso è chiaro che il progetto è stato cambiato – ha rimarcato il direttore del Museo di Capodimonte -. Qualcuno avrà dato il permesso per costruire un edificio più alto dei parametri consueti e più alto del teatro che ha rimpiazzato. Di chi è la responsabilità?” 

La Procura di Firenze ha avviato un fascicolo conoscitivo. L’inchiesta, al momento senza indagati né ipotesi di reato, è stata aperta dal procuratore Filippo Spiezia con l’obiettivo di raccogliere elementi utili a chiarire se siano state commesse irregolarità, in particolare in materia urbanistica ed edilizia. Secondo fonti investigative, gli accertamenti della polizia giudiziaria si concentrano sulla verifica di eventuali violazioni alle normative vigenti, andando oltre le polemiche emerse nel dibattito pubblico locale. La notizia dell’apertura del fascicolo è stata confermata all’agenzia Adnkronos dallo stesso procuratore Spiezia. 

Il comitato ‘Salviamo Firenze’ ha commentato la notizia con una nota. “La città – si legge nella nota – deve sapere come è stato possibile arrivare a quell’in-Cubo che offende la città e deve sapere non se hanno avuto le autorizzazioni ma come le hanno avute. Ma soprattutto se tutto è stato svolto senza sostanziali illiceità”. “Giovedì scorso, il 21 agosto – ricorda il comitato – avevamo chiesto che la Procura si attivasse dopo avere letto l’intervista all’architetta Fulvia Zeuli”, ex funzionaria della sovrintendenza, “in cui dichiara di avere subito pressioni insostenibili e che il progetto non poteva di fatto non essere autorizzato. A questa richiesta la Giunta comunale, con grande stupore, ha risposto definendo le nostre richieste ‘sguaiate’, mentre la sindaca le ha tacciate come ‘certe accuse’. 

“Siccome la nostra richiesta non è troppo ‘sguaiata’ – prosegue il comitato ‘Salviamo Firenze’ – la rinnoviamo. Chiediamo che il Comune renda pubblici tutti i pareri e le deliberazioni: le sue, quelle della commissione paesaggistica e quella della Soprintendenza. In questi giorni l’attenzione si è concentrata solo sulla Soprintendenza, confidiamo che la Procura sentirà tutti gli attori della vicenda, quindi certamente la Sopraintendenza, ma anche i membri della Commissione Paesaggistica, i responsabili della Direzione Urbanistica e chi (la giunta Renzi di allora) costruì l’operazione”. 

cronaca

webinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.