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(Adnkronos) – Approvato alle prime ore di oggi, venerdì 8 agosto, un piano del premier Benjamin Netanyahu di prendere il controllo militare di Gaza City. Il via libera, arrivato dal gabinetto di sicurezza israeliano dopo una riunione andata avanti per più di dieci ore, prevede di procedere al disarmo di Hamas con la liberazione degli ostaggi, circa 50 ancora nella Striscia.  

Secondo una dichiarazione dell’ufficio del primo ministro israeliano, quanto approvato – “a maggioranza” – prevede la garanzia di “assistenza umanitaria per la popolazione civile fuori dalle zone di combattimento” e la smilitarizzazione della Striscia di Gaza con “il controllo della sicurezza da parte di Israele” nell’enclave palestinese in cambio della fine della guerra, che va avanti da 22 mesi, dall’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele. 

Il piano prevede anche che il territorio sia governato da “un’amministrazione civile alternativa, né Hamas né l’Autorità palestinese”. Secondo la tv N12, che cita un ufficiale di alto grado, l’operazione autorizzata nelle ultime ore riguarderebbe solo Gaza City. E stando alle notizie gli abitanti dell’area saranno costretti al trasferimento in campi per sfollati nel centro di Gaza entro l’inizio di ottobre. 

Il gabinetto di sicurezza ha approvato il piano ignorando gli avvertimenti delle Forze di Difesa israeliane secondo cui l’operazione metterebbe a rischio la vita degli ostaggi rimasti, oltre a poter scatenare un disastro umanitario. 

Israele afferma di controllare attualmente il 75% della Striscia, mentre l’Idf ha in gran parte evitato di entrare nel restante 25% – che comprende principalmente la città di Gaza e i campi profughi nella parte centrale di Gaza – poiché ritiene che la maggior parte degli ostaggi sia tenuta prigioniera in quella zona. Hamas ha minacciato di giustiziare gli ostaggi se le truppe israeliane si fossero avvicinate e lo ha già fatto durante tutta la guerra. 

Dopo la decisione del gabinetto, alcuni hanno ipotizzato che i precedenti discorsi su un’operazione su più ampia scala fosse una tattica di pressione volta a convincere Hamas a tornare al tavolo dei negoziati alle condizioni di Israele. 

Le famiglie degli ostaggi hanno condannato i piani di conquista della città di Gaza, sostenendo che metterebbero a rischio la vita dei loro cari. A Gaza sono ancora detenuti 50 ostaggi, 20 dei quali si ritiene siano ancora in vita. Gli ostaggi fanno parte delle 251 persone rapite durante l’attacco guidato da Hamas contro il sud di Israele il 7 ottobre 2023, in cui sono state uccise circa 1.200 persone. 

 

 

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Redazione

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