Tempo di lettura: 2 minuti

(Adnkronos) – Nel 600° giorno di guerra tra Israele e Hamas, i familiari degli ostaggi israeliani ancora detenuti nella Striscia di Gaza hanno bloccato un'importante strada nel centro di Tel Aviv, chiedendo un accordo complessivo che garantisca la liberazione di tutti i prigionieri e la fine del conflitto. Lo riporta Haaretz.  "Da 600 giorni siamo senza i nostri cari, mentre il governo israeliano li abbandona per preservare la propria coalizione", si legge nella dura dichiarazione dei manifestanti, che accusano direttamente il primo ministro Netanyahu e i suoi alleati Bezalel Smotrich e Itamar Ben-Gvir di preferire l’occupazione di Gaza al salvataggio degli ostaggi. Secondo le famiglie, il governo non avrebbe mai avanzato una proposta seria per la loro liberazione e sta adottando una strategia di rilascio selettivo, condannando alcuni ostaggi "a vita o a morte". Intanto nelle scorse ore migliaia di palestinesi hanno preso d'assalto uno dei centri per la distribuzione di aiuti, gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation, e operativo nella zona di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. Lo ha confermato un giornalista dell'Afp, mentre in precedenza il Times of Israel citava video che circolavano online e che mostravano numerosi palestinesi 'assaltare' uno dei centri. La Ghf in una nota è sembrata voler ridimensionare l'accaduto dopo che i contractor americani, che si occupano della sicurezza, si sono ritirati per consentire a "un piccolo numero" di persone di prendere cibo. "Le necessità sul campo sono enormi – hanno spiegato -. Prima dei fatti, la Ghf, secondo cui ora la situazione è tornata alla normalità, aveva annunciato la distribuzione di circa "8mila box di cibo". In un'altra dichiarazione, l'ufficio stampa del governo di Hamas ha affermato che "migliaia di persone affamate si sono riversate in queste zone in una scena tragica e dolorosa". Netanyahu ha poi ammesso che c'è stata "una perdita di controllo momentanea" della situazione quando folle di palestinesi si sono precipitati verso il nuovo centro. "Abbiamo elaborato un piano con i nostri amici americani per avere dei siti di distribuzione controllati in cui una società americana avrebbe distribuito il cibo alle famiglie palestinesi… C'è stata una momentanea perdita di controllo. Fortunatamente, abbiamo riportato tutto sotto controllo”, ha dichiarato il premier israeliano, mentre un alto ufficiale ha detto all'Afp che "la distribuzione di aiuti da parte di fornitori americani è stata un successo". —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.