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(Adnkronos) – "E' una giornata molto importante e molto emozionante". La beata Armida Barelli, a cui oggi viene dedicato il Centro clinico Nemo Roma, "ci ha insegnato che, nonostante i limiti della sua malattia, la Sla", sclerosi laterale amiotrofica, "è comunque possibile creare delle relazioni e dei ponti molto importanti. Questo fa capire che le persone non devono mai essere lasciate da sole". Di questo "il Centro Nemo di Roma è l'esempio più concreto: è la casa delle persone con Sla, ma soprattutto è un luogo dove, oltre alla cura, c'è l'ascolto, il non lasciare mai nessuno indietro, e soprattutto il fare in modo che nessuno si senta mai solo, ma insieme alla propria famiglia". Così Fulvia Massimelli, presidente di Aisla – Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, in occasione della cerimonia di intitolazione, oggi al Policlinico Gemelli Roma, del Centro clinico Nemo adulti alla beata Armida Barelli, cofondatrice dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, scomparsa nel 1952 a causa della Sla. "Non a caso, nella nostra Giornata nazionale, lo scorso settembre – sottolinea Massimelli – Papa Francesco, all'Angelus, ha ricordato i volontari di Aisla. Ha ricordato il loro grandissimo valore, il loro lavoro costante e silenzioso per le persone più fragili". Inoltre, nel suo ultimo ricovero "al Policlinico Gemelli, il Papa – ricorda Massimelli – ha ricevuto proprio dalle nostre persone ricoverate qui al Nemo Roma una lettera di sostegno, di vicinanza. E il Papa ha risposto alla nostra comunità, il 25 marzo".  "Armida Barelli è una donna straordinaria, una donna che è l'emblema della scelta di libertà per il suo tempo, una donna che ha fatto tutto in controtendenza – afferma Giuseppe Fioroni, vicepresidente dell’Istituto Toniolo – Ha scelto la strada più complessa, in un momento dove poteva semplicemente, come dicevano i suoi a casa, sposarsi. Invece ha deciso di laurearsi, di impegnarsi nel sociale, di lavorare per la libertà dei cattolici, di avere una propria università e di avere un proprio ospedale insieme con padre Gemelli. Ed è morta di paralisi bulbare progressiva, che è quello che oggi noi chiamiamo Sla, sclerosi laterale amiotrofica. Ecco perché, a 3 anni dalla beatificazione, le dedichiamo il Centro Nemo, che è un centro d'eccellenza per la cura di questa patologia".  "L'approccio interdisciplinare e multidisciplinare del Centro Nemo – conclude Fioroni – consente di migliorare la qualità della vita" dei pazienti e di garantire loro "un'esistenza al passo con i tempi della ricerca e delle risposte migliori che si possono può dare. Insomma, è un segno di speranza". —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

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