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Cos’è la morte? Forse una fuga di brividi di vita. Un messaggio che ci viene lasciato con doveri da continuare e mettere in pratica, obblighi morali ed esistenziali da non perdere di vista. La morte è vita al tempo stesso perché restano le radici da continuare a coltivare. Un viaggio che continua non a mani vuote ma con sillabe di pace, con pensieri composte da poche parole che indicano il percorso con la luce della speranza e la forza della fede. Il messaggio di Don Michele Castellana è tutto racchiuso qui. Il prete gentile, lo studioso di grandi pensieri, l’uomo semplice perbene, un pastore infaticabile “Se ne è andato”, appena compiuto i suoi 84 anni ( era nato il 22 aprile 1941)  In maniera silenziosa e garbata, come nel suo stile, alle prime luci dell’alba si è avviato con Papa Francesco verso la vita eterna. Una vita intensa, 31 anni nella chiesa del Carmine, chiamato da tutti per questo suo tempo, don Michele del Carmine, cercando di vivere la realtà del quartiere condividendone speranze, ansie e i tanti problemi insieme con le silenziose sofferenze. Bella quella sua frase al momento del commiato: “Ho cercato di servire Dio servendo i fratelli e le sorelle: è stato questo il segreto dei miei anni al Carmine”. Rettore del seminario diocesano ai Paolotti, chiamato da Monsignor Motolese che gli disse: Se le cose vanno male, ti mando via subito e la colpa è tua. Se vanno bene, è merito mio”. Professore di Storia e Filosofia nei licei classici e scientifici della provincia, poi parroco del Carmine la sua casa autentica la sua vera Università. Un prete unico, sincero, dalle poche e brillanti parole che ha accompagnato la mia anima, il mio cuore e quella di mia moglie fino al grande rito del matrimonio del 14 febbraio 1992 nella chiesa di Amalfi. Un confessore umile che sapeva farci riflettere, pensare meglio, aprire lo scrigno del grande senso critico per farci intendere la liquidita di un tempo inutile. Era il parroco che invitava a pregare perché l’unico antidoto per restare uomini di luce. Lo abbiamo ascoltato in silenzio per arricchire la nostra cultura per resistere quando il momento fosse diventato difficile. Insieme a lui abbiamo costruito una barca solida per affrontare il mare in tempesta e lui che ci ha sempre detto: “Quando il tempo si fa rigido e pericoloso bisogna andare avanti tutta”. Nel suo dolce parlare ci faceva intendere che arriverà il momento che resterete soli, ma tenetevi per mano e la notte passerà in fretta. Il momento è arrivato siamo soli, adesso ci terreno per mano e andremo avanti la nostra forza saranno le sue parole, il nostro vivere garbato alimentate dalla tua voce che mai si spegnerà nei nostri cuori. In un tempo in cui vige nella quotidianità indifferenza alla religione e alla solidarietà, relativismo, egoismo, salvaguardia esasperata dei propri interessi. Resta a Don Michele del Carmine quell’amaro in bocca di non aver potuto vedere la sua Martina con più luci e meno ombre pur restando sempre fiducioso che un giorno la luce finalmente nasconderà l’ombra di questa città difficile e tanto volte amara. Caro don Michele , mio Mentore, non ho altro che una penna e un po’ di inchiostro, sulla tua bara deposito il mio cuore . Altro non posseggo.  Ti lascio andare con le stesse parole che usavi con me e mia moglie: “Beh andate, poi ci vediamo”.

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza è di Francavilla Sul Sinni (Potenza), classe 1964. Giornalista pubblicista è laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno e laureando per la Facoltà di Scienze Politiche in Relazioni Internazionali, attivo nel mondo del giornalismo sin dal 1983 collaborando inizialmente con alcune delle testate del suo territorio per poi allargarsi all'intero territorio italiano. Tanti e diversi gli scritti, in vari settori giornalistici, dalla politica, alla cultura allo spettacolo e al sociale in particolare, con un’attenzione peculiare sulla comunità lucana. Ha viaggiato per tutti i 131 borghi lucani conservando tanti e diversi contatti con varie istituzioni: regionali, provinciali e locali. Ha promozionato i prodotti della gastronomia lucana di cui conosce particolarità e non solo.