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(Adnkronos) – Sono state le pressioni e gli appelli sui dazi da parte di investitori di Wall Street, membri della squadra economica e Ceo della grande distribuzione Usa a spingere Donald Trump ad assumere, con una delle giravolte di cui è maestro, una posizione più leggera sulle tariffe alla Cina e fare marcia indietro sugli attacchi senza quartiere al capo della Fed, Jerome Powell. È quanto riporta Axios rivelando che Trump, per quanto risoluto nel suo obiettivo di ridisegnare l'economia Usa, rimane sensibile a questo tipo di appelli.  In particolare, il sito rivela che i leader delle tre principali catene di megastore – Walmart, Target e Home Depot – hanno avvisato il presidente, in un colloquio riservato, che la sua politica commerciale e dei dazi può creare problemi sulla catena di distribuzione, far aumentare i prezzi e svuotare gli scaffali. "I tre Ceo gli hanno detto apertamente che al momento i prezzi non sono saliti, sono stabili, ma saliranno e non solo quelli alimentari, e gli scaffali saranno vuoti", spiega a Axios una fonte dell'amministrazione, rivelando che il tycoon è stato avvisato del fatto che questo potrebbe diventare evidente già nel giro di due settimane.  
L'incertezza creata dalla guerra dei dazi, in particolare quelli alla Cina arrivati al 145%, è sicuramente peggiorata dall'instabilità, se non vero e proprio panico, che stanno provocando a Wall Street le continue e aperte minacce di Trump a Powell e gli attacchi all'indipendenza della banca centrale. Lunedì per esempio il mercato è precipitato dopo che Trump ha definito il governatore "un enorme perdente", suggerendo che un suo licenziamento fosse imminente.  Ma poi ieri è arrivata la marcia indietro di Trump che affermato di non avere "nessuna intenzione di licenziare" Powell, addossando, come sempre, la colpa "alla stampa che corre con queste cose". La mossa, che ha subito fatto risalire i mercati, sarebbe stata suggerita da diversi esponenti della squadra economica di Trump, scrive oggi il Washington Post, tra i quali il segretario al Tesoro Scott Bessent e quello al Commercio, Howard Lutnick.  Secondo le fonti citate dal Post, è stato spiegato al presidente che non c'è la necessità di altre tensioni nei mercati con una nuova guerra, dopo quella dei dazi, questa volta tra Casa Bianca e Federal Reserve. E Trump ha recepito il messaggio, ed ha drasticamente cambiato i toni. "Vorrei vederlo un po' più attivo riguardo alla sua idea di tagliare i tassi di interesse – ha detto Trump (che qualche giorno fa definiva Powell "sempre in ritardo e in errore" sui tassi) – è il momento perfetto per tagliare i tassi. E se non lo fa, è la fine? Non, ma questo sarebbe un momento buona, sarebbe potuto succedere prima, ma no, non ho intenzione di licenziarlo". "Sì, naturalmente, ogni giorno". Così Donald Trump ha intanto risposto ai giornalisti che gli chiedevano se ci siano contatti diretti tra Stati Uniti e Cina sul tema dei dazi. "Nelle prossime 2-3 settimane fisseremo" le tariffe per Pechino, ha aggiunto. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Redazione

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