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Opus-venera la tua stella, ieri sera al Teatro Petruzzelli, per la sezione Rosso di sera-BIF&EST 2025.Un thriller –drammatico che uscirà nelle sale di tutta Italia , il 27 Marzo. Dopo l’assegnazione del premio BIF&EST Arte del Cinema a Francesca Comencini e il Premio per il Cinema Indipendente Nico Cirasola a Antonietta de Lillo, il film Opus – Venera la tua stella.
Il lungometraggio dello scrittore e giornalista Mark Anthony Green scava nell’ossessione per la fama, nelle dinamiche dell’idolatria e nel rapporto tra leader e seguaci.
Sin dall’inizio il film trasmette il suo intento, la pop star in abiti rosso fuoco e i suoi fans ripresi alla moviola quasi a voler sottolineare il loro senso di estasi.
Ma guardiamo la storia.
L’immaginario Alfred Moretti (interpretato da John Malkovich), annuncia il suo ritorno sulle dopo oltre vent’anni e per promuovere in anteprima il suo nuovo e attesissimo album, organizza uno strano ed esclusivo ritiro stampa in un ranch isolato dove invita un ristretto gruppo di critici, giornalisti, influencer musicali.

Mark Anthony Green
Tra loro c’è la giovane e ingenua Ariel (Ayo Edebiri), giovane redattrice di belle speranze, per la quale questa è l’occasione che stava aspettando da sempre. Ma ben presto si renderà conto di essere finita in una tormentosa situazione dalla quale sembra non avere via d’uscita.
Ma nella vita, come nell’arte, nulla è mai come sembra e sarà presto chiaro a tutti gli invitati che non c’è culto più pericoloso di quello della celebrità.
In un crescendo di tensione, il gioco di controllo e violenza psicologica orchestrato da Alfred Moretti si dipana con l’intento di cercare vendetta contro chi aveva parlato male di lui. E trova terreno fertile nel gruppo isolato che assume via via i tratti di una setta.
Basti pensare alla rappresentazione della comunità di adepti della popstar ritratta come se fossero degli Amish in versione new age che studiano per essere degli artisti unici un po’ come – attenzione metafora! – le perle che nel film vengono ricercate in maniera compulsiva in mezzo a migliaia di ostriche che contengono invece ‘solo’ il mollusco.
La presenza magnetica di John Malkovich è perfetta per rendere l’aura misteriosa del cantante-guru Alfred Moretti, il suo ego immenso e il suo fascino indecifrabile e seduttivo ma pure in grado di incutere timore. Ed è brava a tenergli testa nei panni di Ariel l’emergente e talentuosa Ayo Edebiri, già nota per la serie televisiva The Bear.

Mark Anthony Green
Il regista in sala, per i giornalisti, durante la proiezione mattiniera del film, ha rilasciato una lunga intervista, rispondendo a domande precise e dettagliate del pubblico, al quale ha espresso il suo pensiero sulla vita, la religione e sull’ideazione del film.
“Opus è un film divertente, è un bel viaggio da intraprendere, è questo il messaggio del film , con il quale non voglio dare delle risposte, ma voglio suscitare delle domande a gli spettatori”, ha detto Green.

Mark Anthony Green
E dell’umanità cosa pensa Green?
“Io sono nero americano di Kansas City e credo nell’uomo più dal punto di vista emotivo che intellettivo. L’umanità commette errori ma dobbiamo continuare a credere in noi e in questo ci aiuta la religione, che è una cosa positiva e importante : è insito nell’essere umano credere in qualcosa di superiore.
Meglio credere in the Rock o nel cattolicesimo? Si chiede il regista.
Io sono nero di Kansas city e credo nella religione che è una cosa positiva.. Quanto all’arte, nelle sue varie forme è bene trarne delle cose buone, ma non deve essere idolatria.
Il film si conclude lasciando in sospeso il pubblico, senza dire quale sarà l’azione successiva della protagonista. E’ stata una scelta al fine di lasciare ai giovani questo messaggio: “se avete dei sogni andate avanti, anche se sbagliate, e se sbagliate andate avanti e fate il passo successivo”.
Opus è il tuo primo film, sei stato giornalista ora regista, come ti sei avvicinato al mondo del cinema?
Otto anni fa ho girato un cortometraggio e ho scoperto di sapere poco del cinema e che avevo molto da imparare. Durante la pandemia ho letto tanti libri e guardato molti film e documentari per colmare la mia carenza e costruire una base e un riferimento. Credo che il Cinema sia una scelta per esprimere le proprie riflessioni personali, portare il proprio punto di vista e non c’è nessun libro che ti insegna a essere te, bisogna avere quella sicurezza, svegliarsi ogni giorno e presentarsi sul set, portando qualcosa di sé stesso.
Foto di Raffaella Fasano (riproduzione riservata)
Un film thriller da vedere. La recensione di Marcella Squeo non spoilera e per questo incuriosisce.
Un cast eccezionale per un thriller psicologico. Interessante l’intervista rilasciata dal regista Mark Antony Green a Marcella Squeo.
Un thriller da vedere e un applauso al te usta per le belle parole dell’intervista, riportata da Marcella Squeo
Metti un regista del middle west ed una storia intrigante sul rapporto autore pubblico ed ecco Opus di Anthony Green, con in più l’esperienza da parte del regista di giornalista di cronaca ed ottenete un alone di fanta triller presentato al Bif&st 2025, prontamente braccato dai giornalisti di LSD Magazine ❗️
Bellissimo, chi ha recensito ti lascia la sorpresa. Brava
Molto bella l’intervista di Marcella squeo così come il racconto della trama del film