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Nel 2024 la Capitale italiana della Cultura è stata Pesaro, la città designata per il 2025 è stata Agrigento e per il 2026 L’Aquila. Per il 2027 è stata proclamata Pordenone. L ‘annuncio, proprio ieri del ministro della Cultura, Giuli, nel corso della cerimonia ufficiale presso la Sala Spadolini del Ministero della Cultura alla presenza della Giuria di selezione e dei rappresentanti delle città candidate. Il Presidente della Provincia di Matera Francesco Mancini all’annuncio della mancata vittoria di Aliano ha detto: “Il progetto la “Terra dell’altrove”, con la storia, i paesaggi, il legame con Carlo Levi e, in generale, il percorso e la candidatura hanno acceso i riflettori su un patrimonio culturale unico”. Resta l’emozione e la soddisfazione del lavoro svolto da tutti compresa l’amministrazione comunale. Il Sindaco Luigi De Lorenzo, in viaggio di ritorno da Roma al telefono per rivolgergli alcune domande. Vince Pordenone ma alla fine il progetto di Aliano non mancherà di trovare attenzione nell’ambito delle Istituzioni regionali. Bardi ha dichiarato che non andrà perso. Cosa farà da domani il comune di Aliano e il suo sindaco con questo progetto?

Il sindaco di Aliano Luigi De Lorenzo
“Continuiamo a lavorare con il Comitato Promotore e con la struttura di progetto per programmare con entusiasmo e fiducia il cronoprogramma del progetto Aliano, Terra dell’Altrove e l’engagement di ulteriori soggetti che vorranno aderire alla nostra strategia culturale. Il Dossier di candidatura altro non è che una traiettoria, infrastruttura di connessione, fisica e virtuale, con i tanti soggetti pubblici e privati che già oggi partecipano del dinamismo culturale di questa comunità. L’obiettivo è consolidare questi rapporti e aprirsi a nuove relazioni, con il resto della Basilicata, con il Mezzogiorno, con l’Italia appenninica, con l’Europa dei piccoli comuni rurali e con le tante comunità lucane oltre i confini regionali e nazionali. In particolare, le azioni e i progetti del Dossier intendono rafforzare lo sguardo di Aliano oltre i confini”.
Al progetto di Aliano cosa è veramente mancato. Un modello realmente di valorizzazione culturale o un approccio diciamo strategico a valorizzare l’identità del territorio. Da soli non si arriva ma se fosse stato condiviso con un territorio più ampio forse ci sarebbe stata l’approvazione?
“La candidatura di Aliano non è stata affatto una candidatura in solitaria, ma ha aggregato intorno a sé la Montagna materana, le due Province, tutti i Gal lucani, l’Apt, la Fondazione Matera Basilicata 2019, la Regione stessa, moltissimi Comuni. A riprova del valore “universale” del nostro messaggio. Aliano, Terra dell’Altrove si è candidata a capitale italiana della cultura per il 2027 come espressione dei 126 su 131 comuni interni della Basilicata, dei 5.521 comuni italiani sotto i 5000 abitanti e dei 2012 sotto i 1000 abitanti e luogo dell’Appennino, ideale per costruire un nuovo umanesimo delle montagne. Sapevamo di competere con strutture urbane portatrici di un progetto culturale molto lontano dal nostro. La sfida nella scelta era tra città e borgo, tra luoghi già posizionati e luoghi in attesa di posizionarsi meglio e di colmare i divari e le fragilità ataviche. È con questa motivazione, che guarda al futuro di Aliano, che noi attueremo il Dossier con forza e determinazione”.
Il presidente della giuria, Davide Maria Desario, ha chiesto al Ministro Giuli che tutti gli altri nove progetti vengano finanziati con un contributo a parte visto il valore di tutte le idee messe in campo. Se fosse cosi si potrebbe le risorse potrebbe essere investite con attenzione ai giorni del suo territorio mettendo in campo altre iniziative? Potrebbe andare così?
“Se il Ministero darà seguito concretamente a questa proposta, avremo uno strumento in più per tener fede alla nostra proposta. Vogliamo, in sintesi, sviluppare una nuova forma di economia dalla memoria: l’economia identitaria, quella che parte dal recupero della memoria storica del saper fare e del saper essere e raccontare, per svilupparla e innovarla attraverso l’uso delle nuove tecnologie, della comunicazione, di rapporti di lavoro moderni. In questa strategia, protagonisti sono giovani e donne, custodi della memoria e della storia non scritta di Aliano”. Aliano non si ferma ma riparte proprio da Roma. Speriamo che le istituzioni facciamo fatti in tal senso.
Oreste Roberto Lanza