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Un vecchio adagio del Sud diceva: “Se deve andare in un posto vai altrimenti statene a casa”. Viaggiare e sostare nei posti dove il mare e la montagna, ma non solo, la fanno da padroni arricchisce il modo di essere di una persona nei suoi aspetti importanti cuore, animo e ragione. Cosi è da tempo, e nel tempo è diventata un pensiero filosofico entrata nella consapevolezza di tanti. Viaggiare non è sempre questione di soldi, ma è un percorso per andare a vedere un modo nuovo delle cose, di assaporare profumi, odori e aromi utile a migliore il nostro gusto ma anche il discernimento che vive dentro di noi. Tra un Assassina di Mare e uno spaghetto cacio e pepe con cozze del posto, seduto in un posto inusuale tra un’anta di legno di una vecchia porta messa al muro come quadro e lampadari che del nuovo tempo nulla posseggono, immagini di trovarti seduto su un mare qualsiasi dove i pescatori del posto dalla cucina servono la vastità del mondo interiore, spesso rimosso per la condizione in cui ognuno di noi vive nella quotidianità, che è ricco di nuove sponde dove voler approdare. Tutto questo l’avverti entrando nel ristorante dei pescatori. Pescaria, di Polignano a Mare . Un posto semplice in un luogo incantevole : Un blu dipinto di blu. Dove mentre una piccola forchetta incalza il primo filo del rosso piccante di uno spaghetto assassino il palato comincia a volare alto e il tempo immagina di trovarsi al di la di tutto. Penso che un sogno cosi non ritorni più? Non è così. C’è la cozza annegata nel cacio e nel fine pepe che riporta la pace alla riflessione profonda che è quando senti forte il legame tra ciò che dici, ciò che fai e ciò che pensi il tutto in perfetta armonia. La frittura di pesce non lascia dubbi al caso con un giusto sapore legato da un semplice condimento e lasciato alla libertà di una fetta di limone che si accompagna per incorniciare il gamberetto, lusingare il calamaro oppure galvanizzare un alice viandante. Un canto, una poesia, una prosa tutto di filato che si ascolta con serenità donata dal sorriso semplice di una sirena di mare di nome Nataschia che con fare umile e timorosa mette sul tavolo tutto questa delizia divina. Se andate non dimenticate di assaggiare il Pazzarello. Cos’è? Andate e lo capirete. L’unica cosa da fare e chiamare e prenotare . Poi fate fare a loro . Andate, andate……

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza

Oreste Roberto Lanza è di Francavilla Sul Sinni (Potenza), classe 1964. Giornalista pubblicista è laureato in Giurisprudenza all’Università di Salerno è attivo nel mondo del giornalismo sin dal 1983 collaborando inizialmente con alcune delle testate del suo territorio per poi allargarsi all'intero territorio italiano. Tanti e diversi gli scritti, in vari settori giornalistici, dalla politica, alla cultura allo spettacolo e al sociale in particolare, con un’attenzione peculiare sulla comunità lucana. Ha viaggiato per tutti i 131 borghi lucani conservando tanti e diversi contatti con varie istituzioni: regionali, provinciali e locali. Ha promozionato i prodotti della gastronomia lucana di cui conosce particolarità e non solo.