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Diceva il grande giornalista Oliviero Beha: “Il compito del giornalista è raccontare la verità, perché è un diritto di chi legge conoscere i fatti per poter elaborare una propria opinione basata sull’obiettività, che non sia per nulla deviata indirizzata o deviata”. Il 2025 permette di ricordare un grande giornalista Giuseppe Chiummiento a ottantaquattro anni dalla morte (16 ottobre 1941) . Di Giuseppe Chiummiento nato ad Acerenza, in provincia di Potenza il 2 luglio 1888, le pagine di storia raccontano di una grande passione per il giornalismo. Fondò e diresse per sei anni, dal 1919 al 1925, il quotidiano “La Basilicata”,giornale vicino alle posizioni dello statista lucano Francesco Saverio Nitti. Il suo ideale politico era legato ad un forte civismo che lo porto a fondare il Partito Lucano d’Azione, sul modello del Partito Sardo d’Azione, con un programma tendente a valorizzare le autonomie locali. I suoi ideali non allineati con la situazione politica del momento lo costrinsero a l’esilio in Argentina dove si spense a causa di una trombosi, dopo quattordici anni di esilio, il 16 ottobre del 1941. Fu proprio a Buenos Aires che trovo terreno fertile per esprimere al meglio i suoi ideali democratici diretti alla piena tutela dell’autonomia locale. Collaborò con vari giornali argentini tra cui La Razón e La Prensa, al giornale LʼItalia del Popolo e all’antico quotidiano degli emigrati La Patria degli Italiani. Alla chiusura di quest’ultimo quotidiano fondò La Nuova Patria di cui fu direttore. Fu con la sua creatura “La Basilicata” realizzato in una tipografia di Napoli, Chiummiento a dir dei giornalisti del tempo, evidenziò una capacità giornalistica di primo ordine nella quale confluirono esperienze culturali, politiche e umane. Il suo ideale: innanzitutto il giornalismo. Lontano da mediocrità e da ambizioni futili, il suo scrivere non si confondeva mai con civetterie salottiere o da retorica dell’Io”. Ci sono pagine interessanti di Pio Costantini, nominato segretario particolare dall’Onorevole Perrone, nella qualità di sottosegretario alle Finanze e alla Marina Mercantile, che nel 1919 conobbe Chiummiento insieme a Ugo Amedeo Angiolillo, due giornalisti più in vista dell’epoca. Non si potrebbe parlare- annota nei suoi scritti, Pio Costantini – di Chiummiento senza sfogliare le collezioni di quel giornale (“La Basilicata”). Esistono ancora, complete, oppure se ne conservano, fogli staccati che possono sol dare una pallida idea della personalità del giornalista focoso, dello scrittore incisivo, del basilicatese legato alla sua terra aspra ed assetata. Un giornalista che cercava nel suo impegno la resurrezione della Basilicata. Un opinionista che voleva creare uno spirito nuovo in queste terre depresse mai tanto considerate. La costituzione del Partito Lucano d’azione aveva l’intento di raccogliere e organizzare tutte le forze vere di questa terra per dar corso ad un rinascimento come momento di cambiamento vero. Come un nuovo modo di concepire la terra di Lucania. Restano vibranti ed emozionanti quelle ultime parole di esule “Torneremo, torneremo presto” pronunciate con la ferma speranza di tornare nella sua Acerenza per vivere con gli amici del suo tempo. ma anche con gli uomini delle nuove generazioni. Desiderio avveratosi nel lontano 1947, con la volontà ferma e decisa della compagna della sua vita, la signora Giovanna. Una eccellenza lucana che va rimembrata e conservata per il suo impegno infinito per la sua Lucania. Belle quelle parole di Leonardo Sacco, giornalista dell’epoca de “La Basilicata” settimanale di Matera che scriveva: Nessuna lotta è inutile se combattuta seriamente, e che il ricordo di ciò che si fa nell’interesse generale torna gradito a quanti sanno intendere il valore di certi ideali e di certe lotte”. Per queste significative parole il giornalista, il Lucano, Chiummiento, dedico ogni suo respiro, soprattutto l’ultimo per la sua gente. Un giornalista, si potrebbe dire, seduto controvento rispettando la verita una forma straordinaria di libertà
Oreste Roberto Lanza