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In tempi di politica minima, occorre ripartire dalle basi per ricostruire una conoscenza minima della politica. Il percorso pare in salita ma Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza politica, all’Università di Bologna, allievo di Norberto Bobbio e di Giovanni Sartori, nel suo ultimo impegno letterario , “Minima Politica” edito da UTET, utilizza ben sei lezioni di democrazie, quella vera, per riprendere il bandolo della matassa da decenni perso nel labirinto di chiacchiere senza senso ,inutili, che nel tempo hanno generato soltanto una forma di democrazia apparente dove la libertà è diventata soltanto un’illusione della nostra mente. Si parte dal capitolo delle “leggi elettorali”, “la rappresentanza politica”, “Presidenti della Repubblica”, “deficit democratico”, “governabilità”, per arrivare al capitolo, “Non Liberali, non democrazia”: “le democrazie dei moderni nascono, da un lato attraverso il riconoscimento, la protezione, la promozione dei diritti dei cittadini, delle persone, e, dall’altro, sulla separazione delle istituzioni e dei poteri”. Capitolo, questo, premessa per sottolineare, dove mancano uno solo di questi elementi, non esiste nessuna democrazia degna di questo nome. Una democrazia messa sotto sopra e con esso i pilastri di vita che vivono momenti di grande confusione. Guerre di visualizzazioni e like su Facebook, baruffe senza costrutto nei talk show, scenette tragicomiche nelle austere aule di Senato e Camera. A questo ircocervo tra reality show e vaudeville siamo talmente assuefatti che ci sembra l’unico orizzonte possibile. La ragione è nell’ignoranza diffusa e persino compiaciuta che pare essersi impossessata del discorso corrente. Tra l’ansia da sondaggio e il termometro ossessivo dei social network, viviamo un assetto da campagna elettorale permanente dove i politici possono dire tutto e il contrario di tutto, fiduciosi nella labile memoria storica del loro elettorato e nell’inerzia intellettuale dell’opinione pubblica che dovrebbe sorvegliare e in caso criticare. Però, chi ancora crede nella democrazia, l’imperativo è reagire all’attuale temperie di approssimazione, cercando di fare uso corretto dei concetti fondamentali. Il libro di Pasquino ha questo obiettivo: un minimo di conoscenze che i cittadini devono acquisire per capire gli accadimenti politici e partecipare ogni giorno alla vita di questo confuso e malgovernato Paese. Sei nitide, ironiche, affilate lezioni sui nodi cruciali della politica contemporanea: i meccanismi elettorali, gli speculari spettri di governabilità e rappresentanza, il ruolo e i compiti delle istituzioni nella complessa architettura della democrazia, lo spauracchio degli eurocrati e il mito del sovranismo. Nulla di più, per capire e non farsi confondere dal virus malevolo dell’arrivista di turno che vuole il solo voto per un becero interesse di tasca.
Oreste Roberto Lanza