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Mentre le guerre imperversano in ogni dove, mentre abbiamo riportato a casa sana e salva una nostra concittadina dall’Iran, mentre le multinazionali di ogni parte ci prosciugano i salvadanai senza che ce ne accorgiamo,.. la saga delle orecchiette continua sotto l’incalzare delle spire della burocrazia. Sembra che l’amministrazione della nostra città non abbia nulla di cui preoccuparsi di più importante delle orecchiette di Bari Vecchia. Apprendiamo da queste colonne che adesso le “lavoratrici alla luce del sole” di Bari Vecchia devono andare a scuola. Questa idea ampiamente offensiva per la quale delle persone che da sempre hanno lavorato in una certa maniera senza aver fatto morire o ammalare nessuno e che intendono continuare a farlo… debbano imparare qualcosa del loro lavoro e non insegnarlo… ha del profondamente odioso. Come dire che le nostre mogli per fare le orecchiette devono armarsi di un qualche diploma perché altri sanno di questo lavoro più di loro e se non lo fanno noi mariti potremo adire le vie legali… come dire che quello che quelle orecchiette ci dicono della nostra identità va perfezionato con una buona dose di carte e certificati se no, non ha diritto di esistere… come dire che la salute pubblica e quella dei Vip del mondo che vengono qui a degustare questa porzione di storia popolare viene garantita dal corso ”scolastico” impartito da qualche dipendente pubblico e non dalla maestria secolare delle nostre concittadine… come dire che il diritto al lavoro costituzionalmente garantito nientemeno che dal primo articolo della nostra Costituzione deve cedere il passo alle pretese della Pubblica amministrazione senza le quali lavorare è una specie di reato da punire in modo esemplare… al posto di rivedere una legislazione profondamente sballata che appesantisce ogni settore della nostra economia con infiniti Lacci e lacciuoli, che produce disoccupati e zavorra il Pil senza aggiungere nulla alla sicurezza del consumatore… che si fa? si impone quella stessa follia, quegli stessi lacci e lacciuoli, anche a lavori semplici di alcune lavoratrici che senza chiedere nulla a nessuno, senza violentare il paesaggio, senza “aiuti” tanto cari alle multinazionali, hanno dimostrato al mondo intero come la burocrazia italiana tenda ad uccidere le identità culturali come fossero queste ultime il male assoluto e non la burocrazia.
Canio Trione

Direttore editoriale di Bari Sera e delle altre testate della editrice La Città, meridionalista da tempo immemore; scrive da sempre di economia reale, credito, finanza, scienza della moneta; ha pubblicato decine di saggi; grande critico della gestione dell'euro; profondo conoscitore della storia anche remota dell' economia.