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La stagione degli spettacoli alle Grotte di Castellana si chiede con Il Principe della canzone italiana: Francesco De Gregori. Non è la prima volta che De Gregori canta in Puglia, ma la suggestività della cornice ed il dialogo pianoforte/cantante, hanno reso lo spettacolo di ieri sera, un unicum. Come i grandi artisti ogni concerto è uno spettacolo a sé: De Gregori crea ogni volta ex novo la scaletta dei pezzi, sempre diversi tra un concerto e l’altro e, ad ogni versione aggiunge o toglie qualcosa. Si diverte a suonare l’armonica, interloquisce con il pubblico con la consueta sobrietà, gli onnipresenti occhiali e cappello, non una parola di troppo: come chi scrive e canta poesie. Perché, come tutti i poeti, De Gregori non spreca le parole, ma le sue parole sono sassi e restano nelle orecchie e negli occhi del pubblico che, dopo tanti anni ed in maniera trasversale, canta le sue canzoni. Il Principe ha composto e cantato brani legati ad un momento personale, come Pezzi di vetro, storia di amore e tradimento o politico/storico, come Generale, infilando parole di piombo sui concetti universali legati alla guerra, o La leva calcistica della classe 1968, in cui parla di un ragazzo che si approccia al mondo del calcio e prova le emozioni di chi si avvicina a quello che ama, mettendo in gioco sé stesso. Ogni volta ascoltarlo è un privilegio, ed ogni volta, al senso che l’artista ha dato al suo pezzo, o all’ispirazione del momento, ognuno di noi aggiunge il proprio, così come avviene per le vere opere d’arte.
De Gregori, come le Grotte di Castellana, sanno di buono e di magia e, per noi, c’è la certezza che: “Sempre e per sempre, dalla stessa parte li troveremo”.
Rossana Rignani
Foto di Michele Traversa (riproduzione riservata)







