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“Gli uomini non sono mai cambiati. Ciò che però vorrei che sapeste è che io amavo il mio uomo. Benvenuti a Parigi, anni ‘ 20, anni folli”. Queste le parole del prologo che ha introdotto la celebre commedia di Moliere “Il Misantropo”, sabato 30 novembre 2024, ore 21,00, presso Il Piccolo Teatro Eugenio D’Attoma. Portato in scena dalla compagnia teatrale S.C.E.N.E. TEATRO, riduzione in due atti (dai cinque originari) e riscrittura in prosa moderna dell’originale “IL MISANTROPO – LE MISANTROPE (Le Misanthrope ou l’Atrabilaire amoureux), una rappresentazione ricca di emozioni e riflessioni che ha offerto al pubblico una serata di teatro esilarante indimenticabile. “Il Misantropo” è una commedia in cinque atti scritta da Molière nel 1666. La trama ruota attorno al personaggio di Alceste, un uomo che disprezza l’ipocrisia della società (“vorrei dire a chi ci governa, mi fate schifo”) e decide di vivere secondo i suoi rigidi principi morali. Allo stesso tempo, il suo amore per Célimène, una giovane vedova affascinante ma frivola, mette alla prova le sue convinzioni. La donna apparentemente troppo superficiale che ama avere tanti spasimanti , un comportamento che Alceste deplora Célimène “sensuale e divoratrice di patrimoni e di cuori”, come la descrivono, denigrandola, gli amici ad Alceste. Ma Alceste vuole redimerla, anche se talora con spietate scenate di gelosia, “ un modo malato di volerle bene”. Ma a mettere ancora più crisi la coppia un biglietto d’amore che secondo Alceste è stato scritto dalla sua Célimène e non è indirizzato a lui, ma un altro spasimante. La donna però nega di averlo mai scritto. Da questo inizia una serie di incomprensioni tra i due che spingono la donna a fare la civetta con gli altri spasimanti per far ingelosire il protagonista. Alla fine della commedia si scopre che effettivamente Cèliméne aveva scritto tutti i messaggi indirizzati a tutti i suoi spasimanti, mostrando quindi di essere una donna molto superficiale. Tuttavia Alceste la perdona “il cuore non obbedisce alla ragione” e chiede di sposarla, ritirandosi in un paesino fuori da Parigi e dalla mondanità della città. La donna, però non ha alcuna intenzione di sposarlo, né tantomeno di ritirarsi a vita solitaria. A questo punto il protagonista deluso va via dell’uso anche dall’amore.In questa commedia a tratti divertente, incredibilmente realistica e attuale, tutti i personaggi impersonano vizi, ragioni, nevrosi, ipocrisie, eccessi e contraddizioni che caratterizzano il genere umano; farsa e tragedia si intrecciano coinvolgendo lo spettatore.Nella riscrittura di Roberto Romeo, presentata al Piccolo Teatro D’ Attoma si colgono immediatamente analogie con aspetti e problematiche proprie dei nostri giorni, suggerendo al pubblico riflessioni filosofiche su valori come onestà, amicizia e amore che troppo spesso si trasformano in opportunismo, servilismo e ipocrisia inseguendo un e ffimero successo o un ambìto potere (economico o politico, proprio come cerca di fare Oronte uno dei protagonisti) La compagnia Scene, sotto la guida esperta di Adele Dentice, è conosciuta per la sua capacità di portare in scena produzioni di alta qualità, caratterizzate da una profonda comprensione dei testi e da un’attenzione meticolosa ai dettagli, puntando su un teatro che sappia emozionare e far riflettere, e questa produzione de Il Misantropo non ha fatto eccezione. Il successo della sua presentazione è stato reso anche, e soprattutto, dal cast, un cast d’eccezione. Il cast della compagnia Scene è composto infatti da attori di grande talento, capaci di dare vita ai complessi personaggi di Molière con profondità e sensibilità. Sarah Pofi (Célimène) e Roberto Romeo (Alceste) sono straordinari La scenografia, curata nei minimi dettagli, ha contribuito a creare un’atmosfera suggestiva che ha trasportato gli spettatori nell’epoca di Molière, pur mantenendo un tocco di modernità: un giusto equilibrio tra tradizione e innovazione. La rappresentazione de “Il Misantropo” al Piccolo Teatro di Bari “Eugenio D’Attoma” è un evento imperdibile per gli appassionati di teatro e per chiunque desideri avvicinarsi ai grandi classici della letteratura. La combinazione di una regia esperta, un cast talentuoso e un testo di straordinaria attualità rende questa produzione un appuntamento da non perdere. Il MISANTROPO, capolavoro rappresentato per la prima volta a Palais-Royal il 4 giugno 1667, con le musiche di Jean-Baptiste Lully, sembra profetizzare i nostri tempi, dominati dalla corruzione e dall’inganno ed è impossibile non “empatizzare” con il sogno del Misantropo: un mondo scevro da ogni falsità. Peccato che nell’intera commedia, deriso da tutti, sia il solo a credere in questa utopistica opportunità. Ottimo lavoro, attori apprezzabili e spettacolo in grado di mantenere l’attenzione delle persone, è stato incredibile. Molto bello, grande insegnamento di vita. Argomento molto interessante che fa riflettere e recitato con la giusta ironia.
Marcella Squeo
Bellissimo articolo
Descrive molto bene
Lo stile e L’essenza dello spettacolo
Grazie