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Due serate di tanto divertimento, risate e un classico rivisitato in chiave barese.
È tornato in scena a Molfetta il teatro di prosa, con nomi di prestigio, spettacoli storici e prime assolute. La rassegna teatrale «Molfetta in Prosa» è ripartita per la quinta edizione, con la direzione artistica curata da Francesco Tammacco e l’organizzazione della compagnia «Il Carro dei Comici». È il Nuovo Teatro del Carro (viale Papa Giovanni Paolo II, 121) che ospiterà sul suo palcoscenico i nove titoli in cartellone, tutti con inizio alle 21.
La rassegna con successo ha preso il via sabato, con la replica di domenica, con uno dei cavalli di battaglia firmati dall’Anonima GR, rivisitato in chiave moderna. «La locandiera», il celebre testo di Carlo Goldoni, è stato messo in scena nella rielaborazione di Dante Marmone (qui anche regista) e Tiziana Schiavarelli, protagonisti insieme al resto del cast, completato da Brando Rossi, Gianni Vezzoso, Azzurra Martino e Antonello D’Onofrio.
Qualche nota di regia.
Si parla d’amore ne “La Locandiera” ma non di un amore romantico o passionale, né tormentato o giurato per l’eternità. Si discute di un amore per gioco, per il gusto di catturare senza farsi catturare, per autoaffermazione. Mirandolina, donna di carattere deciso e levantino, abituata in una città di mare a trattare con gente di ogni tipo, pur dovendo sostenere la responsabilità di una locanda, trova il tempo di giocare con la sua prorompente femminilità. Ogni avventore diventa preda dei suoi giochi d’amore. Rocco, il suo servo fedele, assiste allo sbocciare e allo sfiorire di tutti questi amoretti, con l’eterna speranza di averla un giorno come sposa. Nella locanda di Mirandolina si fermano anche il Marchese di Montrone ed il Conte di Canneto, acerrimi nemici da sempre, per via di un’antica rivalità fra i due paesi che rappresentavano. Tocca anche a loro di innamorarsi di Mirandolina, e la reciproca antipatia diventa una guerra all’ultimo smacco, per poter entrare nelle grazie della locandiera.
Si ferma poi anche un Cavaliere venuto da Bitonto, che invece ha una certa repulsione per le donne. E proprio con lui, Mirandolina sfodera tutte le sue armi, per farlo cadere nella trappola d’amore. Persino un’attrice di passaggio da Bari sosta ad alloggiare nella locanda e, fingendosi nobildonna, si diverte a spupazzare Conte e Marchese, distraendoli per un po’ dalle attenzioni verso Mirandolina. Partendo dalla storia che racconta Goldoni, l’Anonima GR la ripropone seguendo fedelmente la trama, ma cercando di rendere compatibili i ritmi del testo originale con quelli frenetici del nostro vivere.
Un trionfo quindi dei sentimenti semplici e puri.
Una serata all’ insegna del divertimento, della leggerezza, della bravura dei protagonisti, sottolineata da calorosi e lunghi applausi.
Il direttore artistico Francesco Tammacco ha presenziato gli altri appuntamenti in cartellone.
Venerdì 1° dicembre sarà la volta de «La notte del quinto giorno», spettacolo prodotto dalla compagnia teatrale «Il Vello d’Oro» (con la compartecipazione della compagnia «Il Carro dei Comici») un dramma ambientato nella Bari medievale, nell’anno 857 d. C., scritto da Cosimo Lerario, con Cristina Angiuli (che cura anche la regia) e Francesco Tammacco.
I successivi spettacoli, nel 2024, saranno «La Malarazza» (compagnia EraCruna di Roma), «Siamo salvi per miracolo» (di e con Francesco Tammacco e la «Diolovuoleband»), «Il mio brillante divorzio» (compagnia Teatro Belli di Roma), «La peste e gli sposi» (da «I promessi sposi», produzione de «Il carro dei comici»), «I pettegolezzi delle donne» (Il Carro Teatro), «Dannate» (produzione «Il Carretto Teatro»), «Albert, una vita relativa» (a cura di Dino Parrotta).
Prima dell’ inizio dello spettacolo abbiamo fatto quattro chiacchiere con i protagonisti.
Una serata esilarante e rilassante per trascorrere una domenica divertendosi