Tempo di lettura: 4 minuti

Un dialogo fra passato e presente, tra archeologia e nuove tecnologie digitali, segnato dall’incontro fra design e artigianato, il tutto in un luogo che custodisce tracce importanti della presenza delle antiche civiltà nel nostro Mediterraneo: è quanto si definirà nel Museo archeologico di Egnazia il prossimo 19 maggio a conclusione di un lungo progetto di cooperazione tra Italia, Albania e Montenegro.

Nell’ambito del progetto 3D-IMP-ACT infatti, realizzato all’interno del programma Interreg IPA CBC Italy-Albania-Montenegro, venerdì 19 maggio a partire dalle 9.30 nel Museo Archeologico Nazionale “G. Andreassi” di Egnazia, un ricco programma sintetizzerà gli esiti del percorso con una giornata di studi e l’apertura al pubblico dell’allestimento “Il gioco del tempo” curato dalla designer romana Emilia Serra.

Il programma di capitalizzazione della Direzione Regionale Musei della Puglia mira a valorizzare un metodo di lavoro che inserisce nella collezione museale allestimenti innovativi affidati a artisti e designer contemporanei realizzati a seguito di percorsi di residenza e collaborazione interdisciplinare. Il risultato di questo percorso è un luogo dove l’archeologia viene reinterpretata in un gioco dedicato alla materia e al tempo: Emilia Serra restituisce un suo museo personale, una stanza espositiva diversa dal resto dello spazio museale. Un altro museo definito Il gioco del tempo, dove respirare la storia, gli oggetti e le collezioni in un modo creativo, ma senza tradire il valore e la forza della storia.

Un gioco che tocca tutte le età rivolto all’infanzia e agli adulti, occasione tanto per i bambini quanto per i grandi di dialogare con il passato cogliendone anche i più piccoli dettagli.

Con questa opera il Museo Archeologico di Egnazia si propone quale luogo di sperimentazione per l’esposizione di opere contemporanee fondate su contenuti e materiali archeologici per innovare la fruizione e la relazione in presenza e a distanza con visitatori, comunità e studenti

Attorno all’inaugurazione dello spazio “Il gioco del tempo”, in programma alle ore 11.30, prenderà corpo il fitto programma della giornata di studi che si aprirà alle 9,30 e continuerà fino alle 17 concentrandosi su tre momenti fondamentali:

– Un laboratorio guidato da Emilia Serra e dedicato a professionisti e ricercatori in cui si potranno sperimentare l’approccio creativo e collaborativo alla base de “Il gioco del tempo”. Al laboratorio collaborano i principali protagonisti dell’equipe di lavoro: il ceramista Cosimo Vestita, l’archeologa Sandra Sivilli, l’ingegnere esperto di modellazione 3D  Giorgio Giustizieri (ore 9.30 – 11.30)

–  Un dialogo a distanza con due esperti sulle opportunità che un archivio 3D offre per la ricostruzione e la reinterpretazione di reperti e resti archeologici ormai perduti. Una conversazione con il professor Fabio Fatiguso del Politecnico di Bari e il designer Jorge Lopes dell’Università Cattolica di Rio de Janeiro (ore 12,30 – 13,30)

– Un tavolo di lavoro aperto a professionisti, ricercatori, imprese culturali e spettatori interessati

sulle possibili evoluzioni della ricerca digitale sia in funzione della ricostruzione immateriale che

della restituzione materica del modo digitale. (ore 14.30 – 17.00).

Il progetto “3D-IMP-ACT – Virtual reality and 3D experiences to IMProve territorial Attractiveness, Cultural heritage smart management and Touristic development”, che ha visto come capofila il Politecnico di Bari e la Direzione Regionale musei della Puglia insieme ai partner transfrontalieri Istituto dei Monumenti culturali “GaniStrazimiri”, Politecnico di Tirana per l’Albania e l’Università Crne Gore di Podgorica del Montenegro, ha avuto come obiettivo principale sperimentare modalità di valorizzazione dei beni culturali e museali a partire dalle tecniche digitali, per sviluppare forme di valorizzazione basate su tecnologie digitali 3D e di realtà virtuale.

IL GIOCO DEL TEMPO

Di Emilia Serra

Il progetto di Emilia Serra è stato realizzato all’interno del Museo Nazionale Archeologico di Egnazia dove il racconto del sito di Egnazia e del suo territorio, dall’età del Bronzo al Medioevo, è proposto attraverso un suggestivo percorso di valorizzazione recentemente rinnovato (2022).

Emila Serra, architetto e designer, è affascinata dall’archeologia, dalle forme e dai processi della ricerca archeologica. Il suo lavoro nasce da una contaminazione tra tecnologie digitali e produzioni artigianali prevalentemente in ceramica.

Il progetto per il Museo archeologico di Egnazia è stato realizzato in un anno di lavoro partendo dallo studio del sito e dei reperti conservati all’interno del museo, ha coinvolto archeologi, ingegneri restauratori e artigiani. Il processo creativo si è sviluppato in costante dialogo con gli specialisti, attraversando linguaggi tecnici e artistici, confrontandosi sul senso e il valore dei reperti archeologici, sui metodi di conservazione dei reperti, sulle fasi e sul fascino della ricerca archeologica e sui modi di rappresentarla.

L’opera, interattiva, da un lato mette in evidenza la complessità e il fascino della storia e della ricerca archeologica, dall’altro offre una visione simbolica e poetica che trasforma la fruizione del pubblico in un’esperienza attiva e creativa.

Il percorso è stato sviluppato in diverse fasi.

Sono stati selezionati alcuni dei reperti esposti, tra i più rappresentativi ed evocativi del museo (le statuine femminili e le melagrane di età ellenistica, la testa di Attis di età romana) che, grazie all’aiuto degli ingegneri del Politecnico di Bari coinvolti nel progetto, è stato possibile scansionare, digitalizzare e successivamente stampare in 3D in materiali plastici (PLA).

Inoltre si sono selezionati anche frammenti archeologici decorati, senza contesto di rinvenimento, conservati nei depositi del museo, che Serra ha potuto “toccare” e “manipolare” per realizzare composizioni (totalmente reversibili secondo la normativa del restauro) che offrono nuove possibilità di visione e interpretazione. La passione per i frammenti e per la ceramica ha condotto l’artista a dialogare con un artigiano della ceramica, Vestita di Grottaglie. Nella Bottega Vestita, una “ricerca archeologica” l’ha portata a recuperare frammenti del XX secolo e a disegnare oggetti ispirati al materiale conservato nel museo che sono stati realizzati dall’artigiano per diventare oggetti di design.

Il risultato del lavoro è stato l’allestimento di una piccola sala che propone una sintesi di visita, metaforica e interattiva. Il Gioco del Tempo invita specialistici e visitatori a guardare i reperti archeologici in modo poetico, suggerendo che le interpretazioni possono dipendere da chi le guarda.

Redazione

Lsd sta per Last smart day, ovvero ultimo giorno intelligente, ultima speranza di una fuga da una cultura ormai completamente omologata, massificata, banalizzata. Il riferimento all'acido lisergico del nostro padre spirituale, Albert Hofmann, non è casuale, anzi tutto parte di lì perché LSDmagazine si propone come cura culturale per menti deviate dalla televisione e dalla pubblicità. Nel concreto il quotidiano diretto da Michele Traversa si offre anzitutto come enorme contenitore dell'espressività di chiunque voglia far sentire la propria opinione o menzionare fatti e notizie al di fuori dei canonici mezzi di comunicazione. Lsd pone la sua attenzione su ciò che solletica l'interesse dei suoi scrittori, indipendente dal fatto che quanto scritto sia popolare o meno, perciò riflette un sentire libero e sincero, assolutamente non vincolato e mosso dalla sola curiosità (o passione) dei suoi collaboratori. In conseguenza di ciò, hanno spazio molteplici interviste condotte a personaggi di sicuro spessore ma che non trovano spazio nei salotti televisivi, recensioni di gruppi musicali, dischi e libri non riconosciuti come best sellers, cronache e resoconti di sport minori, fatti ed iniziative locali che solitamente non hanno il risalto che meritano. Ma Lsd è anche fuga dal quotidiano, i vari resoconti dai luoghi più suggestivi del pianeta rendono il nostro magazine punto di riferimento per odeporici lettori.