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Un progetto pilota pensato per potenziare l’assistenza oncologica domiciliare, che più di altre può beneficiare del clima di innovazione tecnologica nel quale stiamo vivendo. A presentare i risultati del progetto, promosso da Fondazione ANT e realizzato grazie a MyHospitalHub® PRO, la piattaforma per il monitoraggio da remoto dei parametri vitali dei pazienti sviluppata da Adilife e ceduta a titolo gratuito da Takeda, gli esperti riuniti oggi all’Albergo delle Nazioni di Bari. 

Il progetto, che ha preso il via nel Foggiano e nella BAT a fine 2022, permetterà ai medici ospedalieri e ai professionisti di ANT, di tenere traccia continua di parametri vitali come pressione arteriosa, temperatura corporea, ossimetria e frequenza cardiaca e respiratoria di pazienti oncologici assistiti a domicilio, che presentino una sintomatologia cardiovascolare e/o respiratoria rilevante al fine di accertare l’applicabilità sul lungo periodo del sistema stesso.

Come la recente emergenza pandemica ha sottolineato una volta di più, le cure domiciliari, se ben gestite, possono diventare il solo mezzo per proteggere da rischi di infortuni, contagi e stress psicologici diverse categorie di pazienti, ed in particolare di quelli oncologici, permettendo alla persona ammalata di essere curata efficacemente senza rinunciare al comfort del proprio ambiente domestico.

“Soddisfare le esigenze di ogni singolo paziente è ciò che ispira il nostro lavoro quotidiano con la comunità oncologica – dichiara Anna Maria Bencini, Oncology Country Head, Takeda Italia – il nostro impegno primario è rivolto alle terapie in grado di trasformare la vita delle persone, liberando il potenziale dell’innovazione. Ma c’è di più. Vogliamo contribuire a curare il cancro andando oltre la terapia con iniziative che supportino pazienti e caregiver attraverso un approccio ad ampio raggio che tenga conto del contesto socio-assistenziale e organizzativo e ponga l’attenzione anche sul vissuto e sulla psiche del paziente. Progetti che mettono la tecnologia al servizio della comunità oncologica, come quello presentato oggi, hanno per noi un alto valore, perché creano un circolo virtuoso d’innovazione continua, che vede pubblico e privato lavorare in partnership con il fine ultimo di portare benefici ai pazienti.”

I monitoraggi a distanza dello stato di salute dei pazienti, nel vasto mare delle applicazioni della telemedicina, hanno peraltro il non secondario merito di coinvolgere il malato stesso nel processo di cura, tenendolo costantemente al corrente dei suoi miglioramenti e peggioramenti. Vantaggi non indifferenti, che sicuramente consentono una migliore presa in carico e gestione del paziente, e che contribuiscono anche a una più appropriata gestione delle risorse economiche e umane, in un momento in cui la sanità si trova ad affrontare una preoccupante mancanza di personale.

“È significativo avere avviato proprio in Puglia, dove siamo presenti da più di trent’anni, questo promettente progetto pilota – commenta Raffaella Pannuti, presidente di ANT – La telemedicina non potrà sostituire il lavoro di medici, psicologi e infermieri, ma potrà dare un contributo importante nel rendere le cure palliative domiciliari accessibili a un numero sempre maggiore di persone. A livello nazionale i costi dei ricoveri ospedalieri e la carenza di personale, di posti letto, di strumentazioni, ci mostrano chiaramente il bisogno impellente di una rimodulazione del sistema sanitario che gestisca e distribuisca le risorse nel modo più appropriato possibile, in uno scenario dove i bisogni sanitari saranno sempre maggiori. Mi preme ricordare che, secondo la più recente analisi del nostro impatto sociale, risulta che il modello di assistenza ANT consentirebbe un beneficio medio annuale in capo al SSN pari a € 14.777 per assistito traducibile in 4,84 euro di valore generato per ogni euro investito nell’attività della Fondazione”.

In particolare, quando parliamo di MyHospitalHub@Pro, parliamo di “un framework di gestione cloud del paziente in grado di registrare i parametri vitali, notificare gli alert su parametri fuori soglia sia sulla dashboard dell’operatore sanitario che verso il caregiver, tenere un diario e un fascicolo clinico, gestire la posologia dei farmaci e gli schemi terapeutici, notificare sull’app dell’utente i promemoria e svolgere televisite e teleconsulti”, come spiegano gli sviluppatori di ADiLife. Senza contare il servizio opzionale che consente “la gestione di un piano nutrizionale settimanale direttamente sull’app dedicata”.

Siamo davvero molto soddisfatti della eccellente collaborazione realizzata già da qualche anno con Takeda Italia, che si sviluppa e radica con grande efficacia in diverse realtà del Paese, ed in particolare siamo felici di questo progetto, avviato con la Fondazione ANT Onlus – dichiara l’Ingegnere Martino Politi, Presidente di ADiLife – L’impatto del lavoro realizzato dalla Fondazione ANT, sui pazienti con tumori in fase avanzata, che coniuga mirabilmente il sociale con il sanitario, si arricchisce adesso del pilastro della tecnologia e della telemedicina, fondamentale nel nuovo modello di Sanità del futuro. Oggi è impensabile fare a meno del digitale: lo certifica il PNRR, che dedica un intero settore allo sviluppo dei servizi domiciliari e della telemedicina, che sono il cuore della missione della Fondazione ANT. Solo con la telemedicina, come nel progetto che stiamo insieme realizzando, si può rendere ancora più fruibile l’assistenza domiciliare, in special modo per le cure palliative e renderla sempre più alla portata di tutti.”

Nipote in affitto

Infine, dal momento che il discorso portato avanti da 45 anni da ANT in tema di assistenza domiciliare non può prescindere dalla valorizzazione del ruolo di quei caregiver che accanto al malato vivono buona parte della propria esistenza, alla presentazione di Bari hanno preso parte anche i rappresentanti di un progetto altrettanto innovativo, anche se in un’altra accezione. Ovvero il programma ‘Nipote in affitto’ targato Senex, che declina proprio sul versante tecnologico la sua risposta al bisogno di assistenza degli anziani. Addestrando giovani ragazzi e ragazze amanti della tecnologia per fornire un servizio di supporto e formazione digitale domiciliare a chi giovane non lo è più. Quindi, potenzialmente, anche per insegnare ai pazienti di ANT a districarsi fra le sfide della telemedicina.

Redazione

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