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La mostra d’arte “Mulieribus” giunge alla sua nona edizione. Organizzata come ogni anno in occasione della Giornata internazionale della donna, sarà inaugurata alle ore 18 di sabato 4 marzo, nell’atelier della “Bottega Mastro” a Grottaglie.

Il patron dell’evento, il professor Oronzo Mastro, ha voluto dedicare l’edizione di quest’anno a Beatrice Cenci, rappresentata nella locandina in un particolare tratto dal dipinto “Ritratto di Beatrice Cenci in carcere”, attribuito in un primo momento a Guido Reni, di seguito ad Achille Leonardi, successivamente presumibilmente a Ginevra Cantofoli (1599).

Nobildonna di una delle famiglie romane più antiche e facoltose, fu protagonista della tetra vicenda che provocò la rovina della sua famiglia. Figlia di Francesco (1549-1598), uomo dissoluto e violento, dal quale subì abusi e violenze, fu confinata con la matrigna Lucrezia Petroni nella rocca di Petrella Salto, nel Cicolano (prov. di Rieti), dove divenne l’amante di Olimpio Calvetti. Con questo e con suo fratello Giacomo, per riavere la libertà, si sbarazzò del padre, facendolo precipitare da un balcone. Il processo che seguì, voluto da Clemente VIII, si concluse con una condanna che voleva colpire, con la sua violenza, nei responsabili dell’ultimo delitto tutte le malefatte dei Cenci: Beatrice fu decapitata davanti a ponte S. Angelo, insieme al fratello Giacomo e alla matrigna Lucrezia. La sua figura, idealizzata dal popolo come una vittima innocente degli orrori della sua casa (tanto da essere definita la “vergine romana”), fu oggetto di una letteratura vastissima: si ricordano i racconti dello Stendhal e di Dumas padre, le tragedie di Shelley, di Słowacki e di G. B. Niccolini, i romanzi dell’Ademollo e del Guerrazzi, i drammi di A. Artaud e A. Moravia.

“Attraverso la narrazione della vita di Beatrice Cenci – spiega il maestro Oronzo Mastro – e alle opere ad essa collegate, vogliamo raccontare le vicissitudini che tutte le donne sono costrette a vivere, dai Paesi più democratici, ai Paesi in cui vigono leggi che le mortificano nello spirito e nel corpo, limitandone ogni libertà. Dai Paesi occidentali, in cui le donne sono costrette a farsi carico dei maggior pesi familiari e a recepire stipendi più bassi rispetto a quelli degli uomini, ai Paesi mediorientali in cui ogni loro libertà è limitata, quando non proprio inesistente. Basti pensare a ciò che sta accadendo in Iran, in Afghanistan o nella maggior parte dei Paesi del Sud Est Asiatico, del Medio Oriente e del Nord Africana”.

“Ma è interessante ed avvilente, anche guardare il vecchio continente – aggiunge Mastro – in cui i dati del Gender Equality Index dell’European Institute for gender equality (che prende in considerazione lavoro, soldi, tempo, salute violenza), posizionano l’Italia al 14esimo posto, con un punteggio di 63,8 contro una media europea del 68. Una classifica che vede in vetta Paesi come la Svezia (con 83,9), la Danimarca (con 77,8) e l’Olanda (con il 75,9)”.

Saranno trentanove i partecipanti che quest’anno hanno voluto esporre le loro opere, per sensibilizzare sulla condizione della donna: Silvio Amato, Maria Arces, Claudio Ardizio, Barbara Bovio, Alfredo Caldiron, Giulio Caprio, Antonio Caramia, Mino Carriere, Eugenio Cerrato, GP Colombo, Tommy Ducale, Adele Filomena, Fausta Roussier Fusco, Mauro Roussier Fusco, Milena Gallo, Elda Gavelli, Mirella Gelmetti, Giannina Gobatto, Rita Intermite, Marcello F. Ippolito, Maria A. Bussi Leverone, Cristina Mantisi, Rosy Mantovani, Francesco Mastro, Oronzo Mastro, Enrico Meo, Mariolina Morciano, Flavia Neglia, Gennaro Orazio, Alberto Petrelli, Antonella Preti, Maria R. Quaranta, Vincenzo Russo, Luigina Soloperto, Dino Spagnulo, Giovanni Spagnulo, Lidia Tangianu, Vanda Valente, Rita Viareghi.

Come ogni anno, oltre ad ospitare le opere di artisti conosciuti a livello nazionale ed internazionali, la collettiva sarà anche un’occasione per scoprire nuovi talenti artistici.

Le opere in mostra nell’atelier, saranno descritte durante l’inaugurale dalla professoressa Vincenza Musardo Talò, storico e critico d’arte.

Durante la serata di chiusura del 19 marzo, associazioni, società e singoli cittadini, uniti dall’amore per l’arte e dalla sensibilità nei confronti dell’argomento centrale della mostra, consegneranno una targa di gradimento ad alcuni artisti che espongono le loro opere.

Si potrà visitare la mostra “Mulieribus – IX edizione”, il venerdì, il sabato e la domenica dalle ore 19:00 alle ore 21:00, fino a domenica 19 marzo.

L’ingresso alla mostra è gratuito.

Sponsor dell’evento: “Giuseppe Quaranta – forniture per ceramisti” e il laboratorio teatrale “Teatrando”.

Redazione

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