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E’ partito  strepitosamente Sanremo 2023. Avere il piacere e l’onore della presenza del Presidente della Repubblica  accompagnato dal grande Roberto Benigni che ha celebrato la Costituzione Italiana, ha dato un valore etico e civile ad una manifestazione popolare come è quella di Sanremo.

Una presenza simile a quella della prima della Scala quella di Mattarella,  accompagnato dall’altrettanto elegante figlia Laura, ha assistito alla manifestazione senza interagire ma sorridendo educatamente ai due conduttori che per omaggiarlo hanno  intonato l’Inno della nostra Italia.

Peccato che è andato via alle 21,15, come ha puntualizzato Fiorello nel dopo Sanremo. Ma il clou dell’inizio della prima serata di Sanremo è stato Roberto che ha celebrato un inno alla nostra Costituzione che quest’ anno compie 75 anni. Benigni l’ ha enfatizzata con un monologo di circa  15 minuti. La nostra Costituzione,  la migliore fra gli Stati, anzi un’opera d’arte che canta la dignità dell’uomo”. La spiegazione di Benigni è emozionante: “La Costituzione è uno schiaffo al potere, ci fa sentire che viviamo in un Paese che può essere giusto e bello, che un mondo migliore è possibile. È un sogno la Costituzione, fabbricato da uomini svegli”. Un miracolo.

Tutti padri e le madri costituenti ne hanno fatto un capolavoro scrivendo  principi e articoli. Il più bello fra gli articoli è  l’art. 11 L’Italia ripudia la guerra ( ma manda le armi ai paesi in guerra aggiungerei io).

Se lo avessero adottato gli altri stati-continua Roberto- non ci sarebbero più guerre. E questo nobile principio l’hanno scritto nobili italiani, i nostri padri e madri costituenti: Lina Merlin, Nilde Iotti, Sandro Pertini, Alcide de Gasperi e pensate un po’ Bernardo Mattarella, padre del nostro Presidente.

-Quindi la Costituzione è anche sua  sorella- precisa Roberto.

Peccato però che questa Costituzione non la si conosce molto .

Immancabile  a tal proposito l’irresistibile ironia di Fiorello che ha scherzato con Amadeus nel dopofestival per quanto è accaduto in Conferenza stampa .

In quella sede ,infatti, alla domanda quali sono gli articoli preferiti, Ama ha risposto io la costituzione la prenderei a caso.

Cioè? Un modo elegante per uscirsene dall’imbarazzo della domanda?

Grande Fiorello, non gli sfugge proprio nulla.

Ma cosa altro hanno fatto questi nostri  padri e madri della Costituzione?

Hanno scritto l’art. 21, il preferito di Benigni, ma sicuramente da noi tutti

Italiani. Un articolo scritto con  un linguaggio semplice quasi come quello di un bambino.

Tutti hanno diritto di manifestare il proprio pensiero, recita l’art 21.Che poi dovrebbe essere una cosa naturale , come respirare. Eppure se  l’hanno scritto  significa che bisognava scriverlo. Eh si bisognava scriverlo perché all’epoca eravamo in un regime in cui capitava di essere a cena e veniva qualcuno a prendere un fratello un amico e lo arrestavano o lo facevano sparire, solo perché aveva espresso un pensiero che non piaceva al regime, non un reato si badi bene ma una cosa che non piaceva.

-L’art.21 ci ha tolto l’obbligo di avere paura , e anche questo è un gioiello della nostra Costituzione .In paesi vicini, molto vicini a noi gli oppositori vengono avvelenati, spariscono anche se soltanto ballano o cantano-.

E’ meraviglioso vivere in una terra dove pensiamo liberamente! –però-ha ammonito Roberto- ricordiamo che tutto ciò che abbiamo ci può essere tolto e i nostri padri costituenti lo sapevano.

E’ per questo che hanno lasciato in bianco l’ultima pagina della Costituzione . L’hanno lasciata in bianco perché volevano che la scrivessimo  noi, amandola e facendola entrare in vigore ogni giorno. I nostri padri e le nostre madri volevano che quello che per loro era un  desiderio,  un sogno fosse  una  realtà per noi.   Sicuramente con queste parole  ha voluto lanciare un monito a chi la vuole modificare.Non risale a  molto tempo fa quando un politico del nuovo Governo  ha detto la Carta è bella ma ha 70 anni.

Salutando Mattarella ,Benigni si è accomiatato, senza prima ringraziare ripetutamente la figlia Laura, quasi a sopperire la mancanza di Amadeus e Gianni Morandi che nei saluti iniziali si sono rivolti sempre al Presidente, trascurando la gentildonna. Un gentiluomo Benigni.

Marcella Squeo

La dottoressa Marcella Stella Squeo è laureata in Giurisprudenza è una giornalista pubblicista e si occupa di cultura, spettacolo, musica e di beneficienza e volontariato facendo parte di diverse associazioni di settore.